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VENEZIA, SEQUESTRATA AUTORIZZAZIONE COMUNALE TAXI

Pubblicato il 23 Settembre, 2020

I Carabinieri del Nucleo Natanti, al termine di un’articolata indagine hanno denunciato un uomo di 67enne e una donna di anni 37, rispettivamente padre e figlia, i quali, al fine di mantenere in famiglia la titolarità dell’autorizzazione comunale di taxi acqueo, hanno commesso una serie di falsi nel “Ruolino di Equipaggio” ed in altri certificati così da indurre in errore l’Autorità Marittima lagunare che ha rilasciato i titoli professionali necessari per esercitare la predetta attività di trasporto.

Gli accertamenti, i quali hanno peraltro portato al sequestro della stessa autorizzazione taxi, della licenza “di navigazione” dell’unità e dei titoli professionali ora in mano della 37enne, di fatto hanno evidenziato un malcostume generale figlio dei notevoli interessi economici che ruotano intorno al trasporto passeggeri: un’autorizzazione taxi acqueo sul mercato può valere finanche un milione di euro.

L’imbarcazione, di proprietà del 67enne, connessa con la licenza, usata come taxi, costruita da un noto cantiere veneziano, che non è stata sottoposta a sequestro, al momento è stata posta all’interno di un capannone non potendo in questo momento essere utilizzata per l’esercizio dell’attività a cui è specificatamente devoluta.  

L’attività del Nucleo Natanti però non termina qui: nel mirino dei militari vi sono altre soggetti che, o dichiarando falsi periodi di imbarco nel “Ruolino di Equipaggio” o imbarcando – dietro compenso – marittimi al fine di fargli ottenere maggiori permessi, convinti di farla franca, consentono a taluni di scalare le graduatorie ed aggiudicarsi eventuali bandi pubblici in danno di onesti “sostituti” e/o permettono, come nel caso in esame, a familiari di entrare nel business del trasporto senza avere le qualità richieste.

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