Pubblicato il 25 Settembre, 2020
Aveva ragione Andrea Cittadini, da dieci anni responsabile del cantiere Civitanova Yacht Service: “Siamo uno dei pochi porti al centro dell’Adriatico con tutti i servizi che un turista desidera. Solo ad ampliare il business dell’accoglienza, sarebbero moltissimi ad esserne avvantaggiati: bar, ristoranti, stabilimenti balneari. Tutti ne guadagnerebbero. Immaginate 50 barche con 4-5 persone a bordo: tra i 30 e i 50mila euro al giorno di ingressi in più, più gli introiti per il Comune”.
Nel frattempo gli yacht sono arrivati, portando a Civitanova una nuova popolarità e un indubbio vantaggio d’immagine. Prima l’Alaya, un 47 metri di proprietà del presidente del Paris Saint Germain, poi il Lota, altra meraviglia che è appunto curata ora nei cantieri di Cittadini (rilevò gli ex cantieri Gaetani con il socio Ronnye Catinali).
Entro fine settembre dovrebbe arrivare un 25 metri statunitense e per ottobre aspettano tutti il favoloso yacht di 55 metri di un arabo.
Fa parte del progetto Hopafy, un’azienda marchigiana che collabora con Mmyb di Montecarlo, che va in sinergia anche con il porto di Ancona. Civitanova fa la bella in questi giorni e si interroga sulle grandi potenzialità di questo tipo di turismo. “Abbiamo tutte le carte in regola per fare il salto di qualità – sostiene Cittadini – Le barche non ce l’hanno solo i ricchi, come qualcuno pensa. Tanti pensionati hanno usato piccoli risparmi della liquidazione per farsi una barchetta e potersi godere la meraviglia delle nostre coste”.