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Piemonte, ottomila richieste di risarcimento per malattia da Covid 19

Pubblicato il 25 Settembre, 2020

Il maggior numero di casi nel settore della sanità e assistenza sociale

L’ultimo report elaborato dalla consulenza statistico attuariale Inail evidenzia che in Piemonte, dal 1° gennaio al 31 agosto, le denunce di infortunio sul lavoro da nuovo Coronavirus sono 7.914 (123 in più rispetto alla rilevazione del 31 luglio) e rappresentano il 15,2% dei casi totali rilevati a livello nazionale (52.209). I casi mortali sono 26 (3 in più rispetto al monitoraggio precedente), pari all’8,6% dei decessi da Covid registrati in Italia (303).

Alla fine del lockdown (rilevazione al 31 maggio 2020) in Piemonte le denunce erano 7.200 di cui 17 con esito mortale: con la ripresa delle attività, nei mesi di giugno, luglio e agosto, si sono dunque verificati 714 casi di cui 9 mortali.

In provincia di Torino si concentra più della metà delle denunce. Analizzando nel dettaglio la situazione della regione emerge che, nel periodo 1° gennaio – 31 agosto, è sempre la provincia di Torino a far registrare oltre la metà delle denunce (4.116, pari al 52 % dei casi del Piemonte), seguita ancora una volta dalle province di Alessandria (1.104 denunce, pari al 12,8%), di Novara (809 pari al 10,2%) e di Cuneo (777 pari al 9,8%). Nettamente inferiori i casi nelle altre province: 383 (4,8%) nell’astigiano; 336 (4,2%) nel vercellese; poco meno, 330, nel verbano-cusio-ossola; 149 (1,9%) in provincia di Biella. Con 11 decessi la provincia di Torino detiene il primato negativo per i casi mortali, seguita da Alessandria (9). Sia a VCO che a Novara si registrano 2 decessi, mentre a Cuneo e a Biella si è verificato un caso mortale.

Dall’analisi per attività economica emerge che, nell’ambito della gestione assicurativa dell’Industria e servizi dove si concentra la maggioranza dei casi (99,5%), quasi l’83% delle denunce codificate per settore di attività economica (Ateco) riguarda ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche, policlinici universitari, residenze per anziani e disabili del settore “Sanità e assistenza sociale” (64,7% delle denunce) e organi preposti alla sanità, come le Asl (18,2%).

Il settore “Noleggio e servizi alle imprese” registra il 6% delle denunce codificate: tra i più colpiti gli addetti alle pulizie (“personale non qualificato nei servizi di pulizia, ecc.”, 2,8% delle denunce) e i lavoratori interinali “prestati” a svariate attività e professionalità (comprese quelle di natura sanitaria e di pulizia). Nel settore dei Servizi di alloggio e ristorazione, presente con il 2,7% delle denunce, prevalgono le attività svolte nei supermercati e nelle farmacie, sostanzialmente addetti alle vendite.

La gestione per conto dello Stato, con la percentuale dello 0,4% dei casi registrati, segue la gestione Industria e servizi, chiude infine al terzo posto l’Agricoltura riportando lo 0,1% delle denunce.

Infermieri, operatori sanitari e medici le professioni più colpite. L’analisi per professione evidenzia sempre la categoria dei tecnici della salute (infermieri, fisioterapisti ecc.) come quella più coinvolta da contagi, con il 36,8% delle denunce complessive, l’80,7% delle quali relative a infermieri.

Seguono le professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali (29,9% delle denunce complessive, di queste il 99,7% riguardano gli operatori socio-sanitari); i medici (9,2%); le professioni qualificate nei servizi personali e assimilati con il 6% delle denunce (di queste l’83,7% provengono da operatori socioassistenziali) e con il 4,1% delle denunce il personale non qualificato nei servizi di istruzione e sanitari, come ausiliari, portantini e barellieri (di queste il 71,9% sono di ausiliari ospedalieri).

Poco più del 30% dei decessi riguarda il personale sanitario (medici, infermieri, operatori sanitari). La Sanità e assistenza sociale si conferma il settore di attività economica con il maggior numero di casi mortali.

Quattro contagiati su 10 nella fascia di età 50-64 anni. Sostanzialmente invariata la ripartizione delle denunce per classe di età e genere: il 42,6% dei casi denunciati è concentrato nella fascia di età 50-64 anni, seguita da quella 35-49 anni (37%) e 18-34 (18,1%); il 75,8% dei contagiati sono donne e il 24,2% uomini.

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