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Cisl Catania, rilanciare la medicina del territorio reimpiegando giovani medici

Cisl Catania, rilanciare la medicina del territorio reimpiegando giovani medici

Pubblicato il 26 Settembre, 2020

Puntare sul rinnovamento, con chi sta lavorando egregiamente negli Usca e con l’assunzione degli specializzandi ospedalieri per una nuova rete “ospedale-territorio”

Si parlerà di sicurezza, martedì 29 settembre, al P.O di Acireale, nella riunione dell’Organismo provinciale convocato dall’Asp di Catania

Per rilanciare la medicina del territorio, dopo l’emergenza sanitaria da Covid19, va programmata in tempo, secondo le linee del Decreto Rilancio, l’opportunità di reimpiegare i giovani medici delle Usca e, per creare anche l’auspicato rapporto con l’ospedale, gli specializzandi e i neo specialisti.

È la proposta di un grande rinnovamento quella emersa dall’esecutivo provinciale della Cisl Medici di Catania, che si è svolto ieri sera in presenza del dottor Biagio Papotto, segretario generale nazionale della federazione della dirigenza medica della Cisl, e. in videoconferenza, del segretario generale dell’Ust Cisl etnea Maurizio Attanasio.

Nella sua relazione d’apertura, il dottor Massimo De Natale, segretario generale della Cisl Medici catanese, ha sottolineato la necessità di non perdere l’occasione offerta dal Decreto Rilancio. «L’inizio della pandemia – ha rimarcato – ha fatto emergere tante carenze nel sistema sanitario nel territorio. Oggi, è possibile, passata la fase dell’emergenza, riorganizzare la medicina territoriale per dare maggiori risposte all’utenza, sfruttando col Decreto Rilancio l’inserimento di nuove figure professionali.

«Oggi – ha ricordato il dottor De Natale – ci sono giovani medici che, all’interno delle Unità Speciali di Continuità Assistenziale, stanno facendo un lavoro egregio tamponando una situazione d’emergenza, recandosi presso le famiglie, nelle scuole, negli scali, per garantire l’assistenza dei pazienti affetti da COVID-19 che non necessitano di ricovero ospedaliero, sopperendo così alla carenza iniziale patita allo scoppio della pandemia. Il cosiddetto Decreto Calabria, inoltre, consente di assumere giovani specializzandi per rafforzare quel rapporto tra ospedale e territorio, sempre auspicato e mai del tutto concretizzato, così da garantire, assieme ai medici di famiglia, un miglior servizio di prossimità ai pazienti e razionalizzare l’accesso ai pronto soccorso ospedalieri».

Secondo il segretario nazionale Papotto, che si è impegnato a riportare i temi a livello nazionale, «oggi si può e si deve investire, gli strumenti normativi ci sono, ma occorre un progetto organico di ciò che si deve fare nella pianificazione post-emergenziale, per programmare il futuro, dare speranze e opportunità ai giovani medici».

Non è secondario l’aspetto della sicurezza per tutti i sanitari e della disponibilità in misura adeguata di tutti i dispositivi per operare in serenità, sia in ambito ambulatoriale sia ospedaliero. Un tema che sarà toccato martedì 29 settembre, nel Presidio ospedaliero di Acireale, dall’Organismo provinciale in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, convocato dal Dipartimento Prevenzione dell’Asp di Catania.

«Non va sottovalutata l’aumento della curva dei contagi – ha affermato Attanasio – e per questo vanno affrontati, oltre alla questione del contingente del personale sanitario e all’unificazione dei contratti di lavoro, i non trascurabili problemi legati al mondo del lavoro e alla tutela della salute dei lavoratori. Per questo, la Cisl sollecita un accordo di programma, per far sì che vengano risolte le criticità legate soprattutto alla riorganizzazione complessiva delle strutture sanitarie e alla disponibilità dei dispositivi di sicurezza individuale (Dpi) in misura adeguata alle richieste che giungono dai luoghi di lavoro del personale, ospedali e ambulatori».

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