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Pubblicato il 8 Ottobre, 2020

Si è conclusa alle 19 circa di ieri, una video-conferenza fiume, iniziata poco dopo le 15.30 e che il Ministero dello Sviluppo economico ha ri-aggiornato alla prossima settimana.

Una riunione nella quale non sono mancate “scintille” tra Azienda e Sindacati. Una riunione che Governo e Azienda volevano incentrare sull’accordo di Programma ma che i Sindacati hanno preteso di dedicare al Piano Industriale. 

Piano Industriale che come UGLM, ci lascia ancora molto perplessi e scettici. Nonostante le “buone intenzioni” dell’Azienda, restano da chiarire molti aspetti. Resta da chiarire innanzi tutto il ruolo che avrà lo Stato in questo progetto.

L’ingresso di Invitalia sembra non essere ancora certo e non è chiaro in che tempi e con quale modalità avverrà questo ingresso. Si parla di fine Novembre, inizio Dicembre.

E fino ad allora quindi non potranno partire nemmeno gli investimenti necessari per l’ammodernamento e l’efficientamento dei 3 treni di laminazione,  investimenti fondamentali per far partire la prima fase del progetto.

Non c’è nessuna certezza riguardo alla costruzione del forno elettrico. L’eventuale nuova acciaieria elettrica, secondo l’Azienda, sarà progettata solo se la prima fase del piano porterà a margini positivi che  consentiranno l’investimento.  

Resta da chiarire tutta la seconda parte del Piano che dovrebbe vedere l’insediamento di Aziende come Creon, Fincantieri e Montello spa. Non è dato sapere quanti lavoratori saranno ricollocati in quelle Aziende e in che tempi e con che modalità.  Il ruolo del Governo resta molto marginale, non si è detta una sola parola sulle bonifiche, gli smantellamenti e la dismissione degli impianti.

Non si è detta una sola parola sulla formazione dei lavoratori che andranno ad operare con tecnologie completamente nuove, nell’ipotetica nuova acciaieria e che quindi avranno la necessità di essere formati.

C’è bisogno di approfondire la discussione con il Ministero del Lavoro per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali.Il Governo a fronte dell’ingresso di Invitalia deve, a nostro avviso,  chiedere all’Azienda garanzie certe sul ritorno alla produzione di acciaio liquido a Piombino senza se e senza ma e sulla totale occupazione degli attuali 1800 lavoratori, senza se e senza ma, la maggior parte dei quali, ricordiamo a tutti,   sono in cassa integrazione da quasi 6 anni. 

Insomma, tutto è ancora molto fumoso e poco chiaro e poco dettagliato.   Speravamo di avere qualche certezza in più, ma con grande rammarico, usciamo da questa riunione  con molti punti interrogativi e con altrettanta amarezza.


Segreteria nazionale UGLM-Segreteria provinciale UGLM-RSU JSW UGLM

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