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Pompei

Ladri “pentiti” e superstiziosi restituiscono reperti rubati a Pompei: “Portano sfortuna”

I ladri rivelano che dopo il furto a Pompei la loro vita è stata disseminata da disgrazie ed eventi sfortunati.

Pubblicato il 10 Ottobre, 2020

Pompei da tempo è purtroppo terra di conquista per molti turisti italiani e stranieri che, desiderosi di portarsi a casa un pezzo di storia, rubano preziosi reperti archeologici senza pensare al danno culturale ed artistico che provocano.

Quello che è successo al titolare di un’agenzia di viaggi di Pompei è davvero incredibile. L’uomo si è visto recapitare un pacco con dei reperti archeologici rubati provenienti dal Canada, accompagnato da due lettere anonime scritte in inglese.

Il pacco conteneva due tessere di mosaico, un pezzo di ceramica e due pezzi di anfora. Secondo le lettere i reperti furono rubati nel 2005 ma i ladri si sono pentiti, soprattutto per la sequela di disgrazie che si è abbattuta su di loro. Dopo l’iniziale stupore, il titolare ha consegnato tutto ai carabinieri.

Le lettere dei ladri pentiti di Pompei: “La nostra vita stravolta”

La prima lettera porta la firma di una certa Nicole, la quale racconta che dopo il furto ha avuto il cancro al seno due volte e la sua famiglia è stata travolta da problemi economici. La donna spiega che il suo gesto fu una goliardata dettata anche dalla giovane età, ma non tenne conto che quei tasselli erano legati ad una storia di morte, distruzione e dolore. Per scrollarsi di dosso la maledizione ed evitare di tramandarla ai figli la donna ha voluto restituire i reperti, arrivando a chiedere scusa addirittura agli dei e promettendo di ritornare in Italia per scusarsi di persona.

Nel plico era presente un’altra lettera, firmata da Kimberly G. e Alastain, anch’essa proveniente dal Canada. La coppia racconta di aver rubato le pietre nel 2005, senza tener conto che un tempo potevano appartenere alle case di persone che hanno avuto una morte terribile. Anche questa lettera si chiude con delle scuse rivolte soprattutto a chi trovò la morte in quella terribile eruzione nel lontanissimo 79 d.C.

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