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Zaia: “No psicosi, pronto nuovo piano di Sanità Pubblica. Mascherina fondamentale. Roma, serve più buon senso”

Pubblicato il 13 Ottobre, 2020

In Veneto non c’è emergenza sanitaria e tra pochi giorni sarà pronto il nuovo Piano di Sanità pubblica.

Lo ha detto il governatore del Veneto Luca Zaia in conferenza stampa da Marghera, presentando i dati del bollettino Covid quotidiano.

“Ad oggi ci sono 41 persone in terapia intensiva e 362 persone ricoverate: il virus c’è ma non abbiamo emergenza ospedaliera” ha sottolineato Zaia, “Noi abbiamo 464 terapie intensive che possiamo portare a un migliaio. I positivi di oggi sono 6.655 (485 in più), in isolamento 11.683 persone (664 in più), i ricoverati sono 362 (23 in più), 41 in terapia intensiva di cui 33 positivi. I morti 2.226. Dimessi 4262. I positivi sugli isolati sono il 57%. Avendo solo 224 sintomatici su 6.655 positivi, vuol dire che ancora ad oggi il 3,37% ha sintomi. Cioè il 97% dei positivi non ha sintomi. Il virus c’è negare, l’evidenza vorrebbe dire essere dei lazzaroni. Se un veneto pensa di uscire di casa senza mascherina e far bisboccia, rischia di farsi male. Certo, 97 volte su 100 che c’è un contagio, non dà malattia, è vero. Ma non si può giocare alla roulette russa e dire che 97 volte su 100 il proiettile non parte. Perchè quando parte fa danni”.

“I 41 in terapia intensiva: sono pazienti che solo per un terzo sono entrati direttamente nella terapia intensiva. Gli altri 2/3 passati prima per infettive, pneumologie e sub intensive che sono dovuti andare in intensiva”. 

DPCM: “Ieri sera come conferenza delle Regioni ci siamo riuniti con il Governo: mi spiace vedere che le nostre osservazioni non siano state accolte”, ha detto Zaia, “Chiedevamo un minimo di buon senso perché dietro a ogni restrizione ci sono delle attività economiche. Capisco la preoccupazione per la salute dei cittadini, ma la salute è anche lavoro per i cittadini. Dietro ogni provvedimento restrittivo nei confronti di un’attività, ci deve essere un provvedimento economico di sostengo a quella attività. La vivete anche voi l’ansia di molte imprese che sono allo stremo. Penso alle discoteche, ai locali della notte. Se si deve chiedere sacrificio a favore della comunità , però questo sacrificio deve essere remunerato.  Le Regioni hanno presentato un documento correttivo a Roma e penso che sia doveroso che venga preso in considerazione. La differenza tra noi è Roma è una sola: che noi abbiamo i pazienti sugli usci di casa, negli uffici di Roma no”. 

MASCHERINA E DELAZIONE. “La delazione? In Veneto non serve, noi siamo una comunità”, ha detto Zaia. “Però quando esco vedo tante interpretazioni sulla mascherina. Va indossata, per molti è un sacrificio ma dobbiamo farlo. Al di là del DPCM, ai cittadini faccio un appello: usate la mascherina. Solo l’1,8% degli 11mila medici che abbiamo in Veneto si sono ammalati, il resto è stato protetto dalla mascherina”. 

NO PSICOSI. “Noi dobbiamo scongiurare una nuova psicosi e un nuovo lockdown. Qualcuno dice che è sbagliato il mio atteggiamento, ma io guardo in faccia la realtà. Il Covid mi ha insegnato che ogni giorno ha la sua pena. Se la crescita dei positivi in terapia diventerà un trend, solo allora diventerà emergenza. Il 97% dei positivi ad oggi non ha sintomi. Qualcuno ce lo può spiegare? Non è un lavoro mio. Poi vedo la carica virale, nella ricerca del virus bisogna tenere conto che a volte si prendono pezzi di virus che non è più virus. Si sente un po’ di pressione ma non c’è emergenza. Stiamo monitorando. Stiamo aggiornando il piano di sanità pubblica, che sarà pronto tra qualche giorno. Ogni giorno ha una sua evoluzione”.

SCUOLA. “Per la scuola, si potrebbe fare didattica a distanza per i ragazzi dai 16 ai 18 anni una-due volte a settimana, per togliere pressione ai mezzi di trasporto prima di chiudere tutto”.

TAMPONE RAPIDO. “Faccio appello ai medici: noi diamo il tampone rapido gratuitamente. Chiediamo solo che venga registrato chi ha fatto il test per avere un minimo di inventario sul territorio. Se tutti i medici di base avessero il tampone rapido e lo facessero ai pazienti che stanno male, noi non faremmo più test. Ad oggi 445  medici ci hanno chiesto il tampone rapido, il 15% sui 3.007 medici di base del Veneto. Non faccio polemica, dico solo ai medici che noi siamo a disposizione”.

PIANO DI SANITA’ PUBBLICA. “Tra pochi giorni il nuovo Piano di sanità pubblica  sarà pronto, sia ospedaliero sia scientifico, per la fase di testing. Non si può fare un piano ingessato sul tampone molecolare, perchè ora con il tampone rapido non c’è più bisogno di un laboratorio, si può fare per strada avendo un esito in pochi minuti. Quindi l’organizzazione della macchina è cambiata”. 

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