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Chieti: un nuovo deposito Amazon all'autoporto di San Salvo?

Amazon a San Salvo: Legambiente Abruzzo commenta

Pubblicato il 21 Ottobre, 2020

Amazon a San Salvo. Si legge in una nota di Legambiente: “Solo qualche giorno fa il Consiglio di Stato bocciava definitivamente Megalò 2, con la richiesta del mondo ambientalista di demolire gli edifici già realizzati e la delocalizzazione dell’intera struttura commerciale già al centro del dossier ‘Effetto bomba’ di Legambiente del 2014. Sentenza che pone fine ai diversi tentativi di fornire un alibi per continuare ad urbanizzare aree a rischio, aumentandolo di conseguenza non solo nelle aree interessate ma anche più a valle, dove si è amplificato il problema delle esondazioni nel tratto finale del fiume Pescara. Nel frattempo parte una querelle tra i sindaci della Val di Sangro e del Vastese sul potenziale insediamento di Amazon, rincorrendo un’idea di lavoro e di opportunità discutibile che, seppur in un momento delicato come quello che stiamo vivendo, non può passare attraverso la svendita del proprio territorio e con una nuova cementificazione che accresce il rischio per la popolazione“. E ancora: “’Ventuno ettari, ovvero 210.000 mq, 30 campi di calcio di suolo libero. E’ un prezzo che non si può pagare in Val di Sangro. Né per Amazon, né per future iniziative – dichiara Rebecca Virtù, segreteria Legambiente Abruzzo – Bisogna cambiare approccio, a maggior ragione di fronte agli ultimi dati dell’Enea che individuano il fiume Sangro tra le 3 foci in Abruzzo a rischio esondazione e su cui vanno accelerate le politiche di adattamento ai cambiamenti climatici.’ Lo sviluppo sostenibile del territorio, come prospettiva positiva per le nuove generazioni, passa attraverso la capacità di reinventare gli spazi ed i luoghi, considerando e integrando interessi diversi, attraverso la rigenerazione urbana e la riqualificazione delle strutture abbandonate e degli spazi esistenti. L’obiettivo deve essere ridurre il consumo di suolo per sviluppare la resilienza del territorio rispetto alle mutazioni climatiche, ai fenomeni atmosferici sempre più aggressivi e al conseguente dissesto idrogeologico che già ha creato danni a ponti, viadotti e viabilità minore. Danni evidenti, soprattutto in Val di Sangro, e riportati nella campagna #SosInfrastruttureSicure di Legambiente. A ciò si presta attenzione anche da parte dei media nazionali: si tratta di danni che hanno portato alla chiusura di ponti e strade dissestate a causa di frane, smottamenti e allagamenti. Secondo l’ultimo rapporto Ispra sul consumo di suolo, nel 2019 solo in Val di Sangro sono 788 gli ettari di superficie artificiale nel territorio di Atessa, 354 nel comune di Paglieta, 341 nel territorio di Fossacesia con un incremento nell’ultimo anno rispettivamente di 4,21 ettari per Atessa, di 10,5 per Paglieta e di 11,5 per Fossacesia. Abbiamo continuato, in questi anni, a incrementare il livello di artificializzazione e di conseguente impermeabilizzazione del territorio, causando la perdita, spesso irreversibile, di aree naturali e agricole. Tali superfici sono state sostituite da nuovi edifici, infrastrutture, insediamenti commerciali, logistici, produttivi e di servizio. Il consumo di campagna a cui abbiamo assistito in nome di un discutibile sviluppo va nella direzione contraria rispetto alla storia virtuosa della Val di Sangro e del Vastese. .Si deve riconoscere agli agricoltori il ruolo che hanno avuto nella costruzione del paesaggio e la profonda influenza nelle scelte di sviluppo del territorio. C’è un’economia importante con famiglie e giovani che hanno investito nell’agricoltura di qualità, dalla produzione del vino, alla produzione dell’olio e della frutta. Durante il lockdown, in tutto il Paese, l’agricoltura è tornata ad essere il settore primario e fondamentale. Non dimentichiamo l’importanza che l’agricoltura riveste per contenere i cambiamenti climatici, la tutela dei suoli, del paesaggio e della biodiversità. Insieme con la salvaguardia degli ecosistemi fluviali, chiamati a mitigare periodi di siccità ed eventi atmosferici estremi che metteranno a dura prova la tenuta e la sicurezza dei territori e delle comunità. ‘Da qui, la necessità di tenere al centro la riconversione di aree già occupate dal cemento per i nuovi insediamenti e far tesoro delle lezioni passate – dichiara Giuseppe Di Marco, presidente Legambiente Abruzzo – E’ il tempo del coraggio anche per la politica, non bisogna fare le scelte facili ma andare con coerenza nella direzione dello sviluppo sostenibile, pensando davvero al futuro dei giovani. La sostenibilità e la lotta alle diseguaglianze sociali ed economiche riguarda tutti, comprese le multinazionali.’” 

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