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Monte Bianco, la Francia ci riprova. “La vetta è nostra”

Pubblicato il 22 Ottobre, 2020

Che si faccia riferimento al trattato tra il Regno di Sardegna e la Francia, come fa l’Italia, o al precedente armistizio di Cherasco, come sostengono i cugini d’Oltralpe, questa del Monte Bianco è una storia che non va giù a nessuno. Ogni sindaco della zona, ogni storico, o magari il prefetto dell’Alta Savoia, come è successo nei giorni scorsi, spostano i confini della montagna più famosa d’Europa.
In Francia il ministro della Transizione ecologica si è inventato l’altro giorno che “per proteggere in modo specifico” gli habitat naturali bisognava fare un provvedimento che fosse “uno strumento legislativo adeguato”. E qui non tutti sono d’accordo, perché legiferare sopra un’area, quella centrale del Monte Bianco, dove sono il rifugio Torino e il ghiacciaio del Gigante, potrebbe farlo l’Italia non la Francia. Per sommi capi questa è la vicenda. Il nostro ministro degli Esteri Di Maio ha espresso “forte disappunto”.
Doveva farlo, perché Macron, con la scusa dei parapendisti non autorizzati, dilettanti allo sbaraglio o atterraggi di aerei nell’area, un po’ di confusione (voluta) l’ha creata. Per i francesi il Monte Bianco è loro, mentre per il nostro Paese la linea di confine è sullo spartiacque. Anni fa si era deciso da entrambe le parti di non prendere iniziative unilaterali. Oggi ci risiamo.

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