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Confcommercio Verona: “I ristoratori non sono untori”. Danese: “Shock per le fiere”

Pubblicato il 25 Ottobre, 2020

2E’ stato superato ogni limite, la chiusura dei pubblici esercizi alle 18 è totalmente insensata e avrà effetti devastanti sull’economia tutta e sul tessuto sociale. È insostenibile”. Questo il commento del presidente di Confcommercio Verona Paolo Arena al Dpcm che entra in vigore domani. “Ristoratori, baristi, pasticcieri, gelatieri, non sono untori e hanno garantito finora il rispetto delle norme investendo di tasca propria per la sicurezza delle imprese, ben 7.000 solo nella provincia di Verona, elemento strategico per il turismo e per l’indotto. Dall’inizio del lockdown ad oggi, livello nazionale, sono stati già persi 24 miliardi di euro di fatturato. E con le attuali nuove limitazioni potrebbero perdersi 470 milioni al mese, per un totale stimato dalla Federazione Fipe in 2,7 miliardi di euro, con il rischio chiusura per 50 mila imprese a livello nazionale. Una scelta disastrosa, quella del Governo, anche perché disperazione e rabbia stanno montando da Nord a Sud”.

“La proposta delle Regioni di far chiudere gli esercizi alle 23 era di buon senso, come ha ribadito anche il Governatore del Veneto Zaia”, aggiunge Arena. “Un input che come Confcommercio Verona lanciamo è quello di estendere l’apertura fino alle 23 prevedendo la prenotazione obbligatoria. Altrimenti si creeranno situazioni anche paradossali: dove andranno a mangiare gli ospiti degli alberghi che non fanno ristorazione, ad esempio”?

“Abbiamo il timore che agendo in maniera così ossessiva solo ed esclusivamente sulle solite categorie, quasi fossero imprese di serie C – conclude Arena – non si raggiunga l’obiettivo da tutti auspicato, quello di tenere sotto controllo la curva epidemiologica. Non si è agito, ad esempio, sulla inadeguatezza dei trasporti pubblici, prevedibile ma non affrontata nella giusta maniera preferendo utilizzare, seppure fortemente, solo raccomandazioni”.

“La risposta all’emergenza Covid19 non può essere semplicemente più chiusure, perché non è sostenibile per la nostra economia e per le nostre imprese”, aggiunge il presidente della Fipe-Confcommercio di Verona Paolo Artelio. Mercoledì Verona sarà una delle 18 città in cui gli esercenti manifesteranno in modo statico e nel rispetto delle norme, per spiegare che il piatto è vuoto e il settore è allo stremo.

“Servono immediatamente indennizzi proporzionati alle perdite subite per mettere le imprese messe in ginocchio dalla seconda crisi Covid nelle condizioni di superare il crollo di fatturato. Non dimentichiamo, inoltre, la situazione disperata di discoteche e locali di intrattenimento, per i quali ancora nulla è stato previsto per scongiurarne la chiusura definitiva”, aggiunge Artelio.

“Il DPCMche entra in vigore domani, lunedì 26 ottobre, prevede la chiusura immediata di tutte le manifestazioni fieristiche. Il provvedimento è uno shock gravissimo per il settore fieristico per il quale serve un atto urgente con un intervento economico a fondo perduto. Il governo deve dare risposte immediate alle fiere, alle quali aveva garantito che una eventuale stretta sarebbe stata programmata», ha detto il veronese Maurizio Danese, presidente di AEFI-Associazione Esposizioni e Fiere Italiane.“


“La sospensione immediata non solo causa ulteriori ingenti danni a un settore già messo in ginocchio da una chiusura forzata da marzo al primo settembre, che ha causato la perdita di oltre il 70% del fatturato, ma è una ulteriore mazzata economica per quartieri che avevano già avviato gli allestimenti per le manifestazioni che si dovevano tenere nei prossimi giorni.“

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