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‘Ndrangheta: sequestrati beni per 50 milioni di euro a imprenditori vicini a cosche reggine

Pubblicato il 29 Ottobre, 2020

Beni per un valore di circa 50 milioni di euro sono stati sequestrati dalla DIA di Reggio Calabria, finanzieri dello Scico di Roma e del Comando provinciale di Reggio Calabria. Il provvedimento ha colpito tre imprenditori, Antonino Scimone, di 45 anni, Antonino Mordà (51) e Pietro Canale (41), indiziati di appartenenza o contiguità a note cosche reggine.

La figura degli imprenditori era emersa nel corso dell’operazione “Martingala”, condotta da personale della Dia e della Guardia di finanza di Reggio Calabria e conclusa nel febbraio 2018 con l’esecuzione di un provvedimento di fermo di indiziato di delitto emesso nei confronti di 27 persone. Tra i beni sequestrati, dieci orologi di pregio (Rolex, Paul Picot, Baume & Mercier), disponibilità finanziarie e rapporti bancari/assicurativi, 18 imprese/società commerciali in Italia e all’estero, 18 immobili, 7 automezzi e una imbarcazione da diporto.

Tra le numerose società, è stata sottoposta a vincolo la Canale Srl, comprensiva di 15 unità locali nella provincia reggina e nelle provincie di Milano, Brescia, Mantova, Varese, Pavia, La Spezia, Vicenza e Lecce, operante nel settore della metanizzazione, e la Pivem srl, operante nel comparto della grande distribuzione (mediante la gestione di un supermercato nel rione Pellaro di Reggio Calabria).

“È una importante operazione di aggressione ai patrimoni illecitamente accumulati che, ancora una volta, testimonia il grande impegno di questa Direzione distrettuale antimafia, in pieno coordinamento e sintonia con la direzione nazionale antimafia e con il suo procuratore Federico Cafiero de Raho, nel contrasto patrimoniale alla ‘Ndrangheta ed agli imprenditori contigui alla stessa”. È il commento del procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri sull’inchiesta

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