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Lo Sferisterio compie 200 anni. Nacque in un’epoca difficile come questa

​La prima pietra dello Sferisterio venne messa 200 anni fa “in un periodo di profonda difficoltà per la città, colpita da una crisi pandemica dovuta alla diffusione del tifo petecchiale che colpì Macerata e lo Stato Pontificio​ ​causando migliaia di vittime, che portò poi ad una profonda crisi economica e sociale​” come ha sottolineato l’assessore alla Cultura, Katiuscia Cassetta, in occasione dell’anniversario.

L’Arena che ha dato gloria a Macerata è nata, insomma, con qualche sforzo​ ​”ma grazie​ ​alla generosità di tanti privati e del Comune nacque un luogo unico e ancora simbolo della città​”. 

​”Uno spazio che mi auguro rappresenti anche la capacità di ognuno di noi di superare le difficoltà​ ​di questo momento storico – ha concluso l’assessore – che continui ad unire tutte le migliori energie del territorio ancor strette​ ​intorno ad un progetto di rinascita​”. Quella che serve a una città stremata dalla pandemia.

La Cassetta ha parlato anche di “nuove soluzioni creative e culturali per la​ ​rinascita della nostra città”.​ Dopo il video a cura di Luigi Ricci​, Alberto Meriggi ha concluso l’evento, patrocinato dell’associazione Amici di Palazzo Buonaccorsi, della​ ​Società civile dello Sferisterio Eredi dei Cento consorti, del Centro studi storici maceratesi,​ ​dell’Archivio di Stato e dell’Ordine degli Architetti, della Reggia Picena e dell’associazione​ ​culturale Le Casette​, con una dotta lezione su: ​“Il gioco del pallone col bracciale. Rapporto tra due​ ​grandi dell’800 marchigiano​, Giacomo Leopardi e Carlo Didimi​”.

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