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Polizia

Catania, canile abusivo e animali maltenuti, due denunce: indagati marito e moglie

Catania, canile abusivo e animali maltenuti, due denunce: indagati marito e moglie

Pubblicato il 3 Novembre, 2020

40 cani, tenuti in gabbie e locali sporchi…

Ieri, Personale Vigilanza Riserve Naturali e poliziotti del Commissariato Librino hanno effettuato controlli all’interno dell’Oasi del Simeto, nello specifico in via Pagaro. All’ingresso della strada vi era un cancello realizzato abusivamente, chiuso con un catena e un catenaccio che, di fatto, avrebbe impedito l’accesso anche ai mezzi di soccorso; per tale motivo la Polizia ha tagliato la catena ed è entrata. Una volta dentro, é stata notata un’abitazione all’interno di un terreno del Comune di Catania occupato abusivamente e al cui interno erano state realizzate opere edili illegali e, ancora, a fronte della fornitura di energia elettrica mancava il contatore della luce; inoltre, gli occupanti di detta casa, in quel momento assenti, vi avevano realizzato un canile/rifugio abusivo con 40 cani di varia taglia, cani docili e aggressivi. Fatto di rilievo è che, chiusi a chiave in casa, vi erano 2 bambini di 6 e 12 anni con esposizione a pericolo anche perché, in detta fascia di età, la normativa di settore vieta che restino da soli. Dopo un significativo lasso di tempo e dietro richiesta da parte dei poliziotti, giungevano in loco C. D. F. di anni 43 (pluripregiudicato) e G. G. N. di anni 33 che hanno confermato di avere lasciato i figli minori in casa e, tra l’altro, di essere privi di qualsiasi autorizzazione per la realizzazione del citato canile.

Durante l’accesso in detto rifugio, i poliziotti hanno documentato fotograficamente la presenza di molti cani detenuti in condizioni incompatibili con la loro natura: alcuni, sofferenti, erano rinchiusi in un piccolo sgabuzzino chiusi a chiave con una porta in ferro totalmente al buio e senza areazione naturale; altri cani (anche cuccioli) erano all’interno di recinti fatiscenti e colmi di escrementi e sporcizia pregressa; l’acqua, quando presente, era in delle vasche sporche e con vegetazione formatasi a causa dell’assenza di pulizia.

I titolari di detto rifugio, che operano attraverso un’associazione che gestiscono, finalizzata alla tutela degli animali, al momento delle contestazioni hanno iniziato, ripetutamente, ad oltraggiare, minacciare e opporre resistenza agli operatori rifiutandosi di fare ultimare i controlli di polizia. Sul posto é intervenuto anche il personale dell’U.P.G.S.P. e della Polizia Scientifica. Soltanto dopo ore, hanno consentito di aprire la porta di casa (chiusa a chiave con doppia mandata) e far visionare la presenza dei bambini e ciò in quanto, interesse dei poliziotti, era di accertarsi che stessero bene.

Alla luce dei fatti esposti, C. D. F. é stato indagato in stato di libertà ai sensi degli artt. 341 bis (oltraggio a p.u.), 336 (minaccia a p.u.), 337 (resistenza a p.u.), 727 (detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura), 624 e 625 (furto di energia elettrica), 591 (abbandono di minori), 633 e 639 bis (invasione di terreni pubblici) c.p. e abuso edilizio; G. G. N. é stata indagata in stato di libertà per i medesimi reati tranne il furto. Il personale addetto alla vigilanza delle riserve naturali ha altresì proceduto alle previste contestazioni per la realizzazione in detti luoghi di opere edili senza autorizzazione. Infine, G. G. N. è stata sanzionata anche per mancanza di dispositivi Covid-19 e ciò in quanto, nonostante richiestole più volte, con arroganza si rifiutava di indossare sputacchiando verso le forze dell’ordine.

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