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#USA2020: Joe Biden passa in testa sia in Georgia che il Pennsylvania

Dopo il sorpasso di questa mattina nello stato della Georgia il candidato democratico alla presidenza passa in testa anche il Pennsylvania, come da previsione.

Pubblicato il 6 Novembre, 2020

Dopo il sorpasso di questa mattina nello stato della Georgia il candidato democratico alla presidenza passa in testa anche il Pennsylvania, come da previsione.


Era ampiamente nell’aria, i democratici ne erano certi avendo contezza dei milioni di schede richieste dal loro elettorato per effettuare il voto a distanza. Bastava solo avere un po’ di pazienza e farsi consigliare dalla logica.
Non era un segreto per nessuno, anche se Donald Trump fa finta di non saperlo. In alcuni stati era stato deciso che le schede giunte via posta sarebbero state processate per ultime e questo ha automaticamente creato una situazione un po’ paradossale, cioè l’avere Trump come vincitore apparente alla fine dell’Election Day, ma poi veder cambiare lo scenario nei giorni successivi, con l’arrivo dei voti via posta, in gran maggioranza a favore di Joe Biden.


Così come era accaduto già con il Michigan, dove Biden si è trovato a rimontare velocemente una volta iniziato lo scrutinio delle schede provenienti dall’area di Detroit, così è iniziata l’inversione di tendenza anche il Georgia e in Pennsylvania appena si è andati a contare i voti della zona di Atlanta e di Philadelphia.
In Georgia il sorpasso di Joe Biden su Donald Trump è avvenuto nella Clayton County (la Contea di Clayton) legata a una figura molto importante dei diritti civili come John Lewis, passato a miglior vita alcuni mesi fa.
In Pennsylvania invece la carica la hanno suonata contee come quelle di Philadelphia, Allegheny (Pittsburgh), Erie il cui orientamento è di base democratico. Ma la percentuale consistente (spesso attorno all’80%) con cui il duo Biden-Harris cresceva col passare delle ore ha dato l’impressione che dietro a quei voti non ci fossero solo i democratici ma anche i liberal e, in parte minore, anche alcuni repubblicani.


Da una prima analisi delle performance dei candidati al Senato e alla House of Representatives sembra che il Partito Repubblicano abbia addirittura guadagnato terreno alla Camera, pur non ottenendone il controllo, e sia riuscito a difendersi anche al Senato, dove aveva già la maggioranza. Questo potrebbe suggerire una sorta di voto disgiunto che ha valorizzato il GOP dei repubblicani ma messo nei guai il loro comandante in capo, Donald Trump. In ogni caso, il Senato ancora sotto l’influenza dei repubblicani è una brutta notizia per il possibile presidente Biden, che per far passare nuovi provvedimenti e proteggerne altri già esistenti ha bisogno di certezze nel Congresso.

Nonostante i dati in arrivo al momento stiano indicando una probabile vittoria di Joe Biden i suoi avversari insistono nella testi della frode elettorale e avanzano con le denunce prima ancora di veder completati i conteggi. Questo atteggiamento belligerante da parte dell’attuale presidente degli Stati Uniti viene deprecato da molti, anche in ambito repubblicano, che reputano pericoloso se non addirittura incostituzionale il minacciare i responsabili degli uffici elettorali presentandosi con pattuglie di avvocati, mente gli scrutini sono ancora in corso.

Oltre alle cause, inoltrate o in via di allestimento da parte dei legati di Trump, si registrano anche le minacce alla stampa. I vertici di Fox News (il network di Rupert Murdoch) hanno infatti avvisato il loro staff di non annunciare l’incombente vittoria di Joe Biden perché, a loro dire, i contenziosi legali in avvio lo sconsigliano.


Fonte: CNN

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