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Guerra diplomatica Polonia-Ue. Il viceministro Jablonski alza il tiro contro Bruxelles

Se la Unione Europea è stata chiara – “sospenderemo i fondi ai Paesi che vanno al di là dello Stato di diritto” – allo stesso modo Polonia e Ungheria, che hanno di fatto bloccato il bilancio Ue e quindi anche gli urgenti aiuti per la pandemia, rispondono sicure del loro operato.

E’ forse la prova che ormai le direzioni tra questi due Stati considerati da molti vittime di “derive autoritarie” e l’Unione sono differenti se non opposte. A mettere pepe sulla vicenda è l’intervista che il viceministro agli Esteri polacco, Pawel Jablonski, ha concesso a El Pais e in cui dichiara che Varsavia “non ha fiducia nell’obiettività delle istituzioni europee”. Parole forti.

“Anche noi – da detto Jablonski, vogliamo che i fondi si approvino quanto prima. Però come l’hanno presentato suppone un rischio” che sarebbe, secondo il viceministro, di acquisire potere e punire i Paesi come credono i vertici Ue. “Da quattro anni la Commissione europea rifiuta ogni decisione presa dal nostro Governo”. Non ci trattano come gli altri, suggerisce Jablonski.

“Non si dovrebbero usare le differenze politiche per giustificare sanzioni finanziarie. Dopo tutto questo tempo non abbiamo nessuna fiducia nell’obiettività delle istituzioni europee”. E sulle perplessità europee sull’organizzazione del sistema giuridico polacco: “Anche Spagna e Germania eleggono magistrati con criteri politici e non dicono loro niente”. “Crediamo nella solidarietà europea, però se non blocchiamo il bilancio ora, il giorno dopo la Ue bloccherà a noi” ha concluso il viceministro.

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