Ci sono anche i familiari di uno degli assassini del giudice Rosario Livatino tra i nuclei familiari di otto condannati per associazione di tipo mafioso, omicidio, traffico di sostanze stupefacenti, furti e reati comuni hanno usufruito del Reddito di cittadinanza, senza averne titolo. Tra loro, appunto, anche la famiglia di uno degli esecutori dell’omicidio Livatino, condannato a sette ergastoli in via definitiva per omicidio, associazione per delinquere di stampo mafioso. Scoperti a seguito delle indagini dei militari della guardia di finanza del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Agrigento, sono stati denunciati con il sequestro preventivo di otto card. Tutte le posizioni illecite emerse dagli accertamenti delle Fiamme gialle sono state segnalate all’Inps per la revoca e il recupero del beneficio economico. Circa 110 mila euro, secondo una prima stima degli investigatori, il danno per le casse pubbliche. Rosario Livatino fu ucciso il 21 settembre 1990, ad Agrigento, sulla SS 640, mentre si recava, senza scorta, in tribunale, per mano di quattro sicari assoldati dalla Stidda. Era a bordo della sua vettura quando fu speronato dall’auto dei killer. Tentò disperatamente una fuga a piedi attraverso i campi ma, già ferito da un colpo ad una spalla, fu raggiunto dopo poche decine di metri e freddato a colpi di pistola.
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