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contrabbando

Porsche nel garage, la gestione di un bar e di un circolo, ma dichiaravano quasi zero. Scatta il sequestro

Pubblicato il 26 Novembre, 2020

Aveva una Porsche nel garage, gestiva un bar ed un circolo privato a Surbo, ma nella dichiarazione esibiva un reddito pari a poche centinaia di euro. Finisce così nei guai un uomo di Surbo che già in passato era stato condannato per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. Nella giornata di oggi i militari del Gico, Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Lecce, coordinati dalla DDA (Direzione Distrettuale Antimafia) del capoluogo salentino, hanno dato esecuzione a un provvedimento di sequestro di prevenzione, emesso dalla II Sezione Penale del Tribunale di Lecce, ai sensi del d.lgs. n. 159 del 2011 (Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione) nei confronti di una persona appartenente a una famiglia mafiosa egemone in alcuni comuni salentini. La misura scaturisce dallo screening da tempo in corso ad opera delle Fiamme Gialle nell’ambito dell’attività di monitoraggio e contrasto alla criminalità organizzata e alle sue infiltrazioni nell’economia legale in persistenza dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 ancora in atto, anche per impedire che risorse pubbliche possano essere oggetto di approviggionamento illecito. In tale contesto, sono stati avviati accertamenti specifici, tesi a verificare l’esistenza dei presupposti soggettivi (pericolosità sociale) e oggettivi (sperequazione redditi-investimenti) su un gruppo familiare di Surbo e soprattutto verificare se gli investimenti e il tenore di vita, compresa  la  gestione di un bar, di un circolo ricreativo e le autovetture nella disponibilità (tra cui una Porsche nel garage), l’abitazione e i conti correnti personali, fossero coerenti con il reddito mensile di poche centinaia di euro dichiarato dal nucleo familiare.

Porsche nel garage e reddito zero, nei guai famiglia surbina

All’esito dell’attività, svolta dai Finanzieri, è stata avanzata alla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, così come successo per altri casi simili, una proposta per l’applicazione della misura della sorveglianza speciale della Polizia di Stato, con l’obbligo di soggiorno nel comune di residenza e il sequestro finalizzato alla confisca di tutti i beni mobili ed immobili, tra cui la Porsche nel garage, il cui valore non ha trovato giustificazione nei redditi dichiarati dall’uomo e dai familiari conviventi, risultandone il frutto delle attività illegali poste in essere, ovvero il risultato del loro reinvestimento. Particolare attenzione è stata inoltre rivolta a dimostrare la “pericolosità qualificata” del destinatario della misura posto che lo stesso era già stato condannato, con sentenza passata in giudicato, per associazione a delinquere finalizzata al traffico degli stupefacenti, nonché l’attualità della sua pericolosità sociale che è stata evidenziata dalle recenti denunce per reati comuni. In conclusione, l’Autorità Giudiziaria di Lecce, facendo proprie le argomentazioni prodotte dai Finanzieri ha ravvisato la presenza di tutti i presupposti per l’applicazione della misura patrimoniale e ha disposto il sequestro, oltre che della Porsche nel garage, finalizzato alla confisca di un’abitazione, riconducibile a lui e alla sua famiglia, sita a Surbo, ritenendo che, al pari degli altri investimenti famigliari, non possa che essere il frutto del reimpiego dei guadagni scaturiti dalle attività criminose nelle quali risulta tuttora essere dedito.

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