Il vescovo di Monreale, Michele Pennisi, dice che “non è un dramma”. Ha fatto molto parlare in questi giorni quando detto dal ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia: ”Seguire la messa, e lo dico da cattolico, due ore prima o far nascere Gesù Bambino due ore prima non è eresia. Eresia è non accorgersi dei malati, delle difficoltà dei medici, della gente che soffre”.
E Pennisi gli risponde: “Non ci trovo nulla di strano. Vorrei dire a Boccia che il problema non è l’orario, ma semmai il rispetto delle regole. E noi le regole le rispettiamo. Già in Vaticano il Papa celebra due ore prima e la vigilia di Natale nelle parrocchie c’è già chi celebra la sera alle diciotto”. Polemica chiusa.
Il ministro aveva aggiunto: “Papa Francesco ha dato un esempio bellissimo a tutti nella scorsa Pasqua, a partire dalla Via Crucis. Il Natale non si fa con il cronometro ma è un atto di fede”. Concordano in molti, sulle parole dell’esponente Pd. Pennisi, in un’intervista a Repubblica, ha aggiunto che “se il governo avanzasse questa richiesta la Cei non avrebbe problema a recepirla. La messa di mezzanotte non è un tabù intoccabile”.
“Per la Chiesa salvare il Natale è diverso da quello che pensano tante persone per le quali le feste natalizie coincidono con la frenesia del consumismo – ha continuato – Rimane il rischio di celebrare una festa dimenticando il festeggiato. Quest’anno bisognerà anticipare la messa di mezzanotte come avviene in Vaticano a San Pietro, ma sarà possibile partecipare alle celebrazioni eucaristiche nel rispetto delle norme sanitarie. Nel fare i regali non possiamo dimenticare le persone più bisognose”.