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Comparto benessere a rischio, la denuncia di Confartigianato

Una categoria in fortissima sofferenza, quella dei servizi alla persona, che rischia il profondo rosso: è la denuncia di Confartigianato, che ricorda le grandi difficoltà del comparto, escluso dal beneficio dei ristori perché legittimato a lavorare, ma con una clientela drasticamente ridotta, vista l’impossibilità di spostarsi tra Comuni. In questo modo, le sofferenze economiche delle attività stanno diventando sempre più acute.

“Non è accettabile che le aziende del comparto beauty, vera e propria colonna portante dell’economia territoriale e non solo, siano state totalmente estromesse da sussidi e agevolazioni sia a livello regionale, sia nazionale – ha sottolineato Daniele Zucchini, Presidente regionale Confartigianato Benessere – Oggi, a causa della limitazione agli spostamenti tra Comuni, si stima una perdita di fatturato del 65% per le nostre imprese sul territorio, all’interno dei centri urbani. Ad essere colpite, cinquemila partite iva fra estetiste a acconciatori della nostra regione, che coinvolgono oltre 15.000 operatori e addetti ai lavori”.

“A tutto questo – ha aggiunto Rosetta Buldorini, Presidente interprovinciale Confartigianato Estetica – si aggiunge il fatto che la categoria, continuando comunque a lavorare anche se con il 30% dei clienti, ha regolarmente assolto con immane sforzo ai pagamenti del 16 di novembre, ma si trova comunque estromessa da qualsiasi forma di ristoro o contributo sia a livello regionale, sia nazionale”.

“Tutto il comparto si è comportato con grande senso di responsabilità – ha detto Eleonora D’Angelantonio, responsabile Confartigianato Benessere – ma questo silenzio rispetto alla categoria non può essere più tollerato. Come associazione, Confartigianato ha fatto di tutto per cercare di tamponare la situazione, diventata ormai insostenibile, per questo si stanno valutando azioni a sua tutela. Non è giusto far pagare ancora una volta le imprese già in grande sofferenza, dopo i sacrifici fatti per l’adeguamento ai protocolli Covid, ed è necessario agire ora. L’associazione chiede quindi alle istituzioni, con quanta più energia possibile, di spingere il Governo non solo ad inserire nel quarto Decreto Ristori la categoria dei servizi alla persona, ma anche di individuare delle forme di contributo a fondo perduto a livello regionale che possano garantire la sopravvivenza di queste imprese. Necessario anche consentire nuovamente gli spostamenti tra Comuni per i trattamenti di cura della persona”.

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