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Rete Civica della Salute in Sicilia, ecco i Riferimenti

Pubblicato il 1 Dicembre, 2020

Rete Civica della Salute. Dall’emergenza Covid uno slancio di nuovo impegno dei volontari: negli ultimi mesi tanti i Riferimenti accreditati nei Comuni siciliani. Tra le testimonianze, quella di Tommaso La Macchia, Riferimento Civico di Spadafora, 30enne specializzando in Cardiologia all’Università di Messina.

Si chiamano infatti Riferimenti Civici della Salute. Sono cittadini che nel proprio territorio svolgono un ruolo ufficiale di collegamento tra Enti Locali, Servizio Sanitario, Professioni socio-sanitarie, Terzo settore e agenzie educative, dalla Scuola all’Università. Tra loro ci sono poliziotti e medici, pasticceri e agricoltori, insegnanti e manager. Ad unirli nella Rete Civica della Salute (RCS) la volontà di dare il proprio contributo al benessere delle persone e delle comunità. Negli ultimi mesi a decine sono stati accreditati nei diversi Comuni di appartenenza.

“La pandemia ha fatto scattare in tutta la Sicilia uno slancio di impegno ulteriore”, spiega Pieremilio Vasta, coordinatore della Rete Civica della Salute. “Una riprova, se ce ne fosse bisogno, del grande cuore dei siciliani”, commenta Pier Francesco Rizza, presidente della Conferenza dei Comitati Consultivi Aziendali della Sicilia.

Intanto sono già 125 i Riferimenti Civici accreditati in altrettanti Comuni siciliani. Tutti hanno una storia da raccontare e via via su ciascuno di loro si accendono l’attenzione e l’interesse.

“Servire e proteggere, un impegno di tutta la vita”

“Ho trascorso la mia vita a ‘servire e proteggere’ nel mio lavoro. Oggi che sono in pensione continuo a ‘servire e proteggere’ come volontario” dice, per esempio, il Riferimento Civico di Siracusa Antonino Lentinello, 58 anni, una moglie anche lei volontaria, 2 figlie e 1 nipotino. Già sottufficiale della Polizia di Stato, presidente dell’Associazione nazionale Polizia di Stato, sede di Siracusa, Lentinello è volontario della C.I.A.O. (Centro Ascolto Interdisciplinare Oncologico) ed è volontario dell’Associazione Amici dell’Hospice Siracusa. Lentinello ha anche acquisito il certificato di operatore di primo soccorso aziendale e del corso antincendio e sta per cominciare il corso per istruttore di primo intervento sui traumi. “Non sarò mai un infermiere, né tanto meno un medico”, dice. “Ma cerco di fare del mio meglio per dare una mano concreta, assistendo e informando. Sono entrato a far parte della Rete Civica della Salute perché credo che sia una realtà di grande utilità per i cittadini”. Si trovava proprio ad un corso di formazione della Rete Civica della Salute quando uno dei partecipanti è andato in arresto cardiaco. Per un quarto d’ora lo ha tenuto in vita e, oggi, quella persona – che nel frattempo è stata operata al cuore quattro volte – sta bene e conduce un’esistenza normale. In quell’occasione Lentinello ha deciso di formare quante più persone possibili coinvolgendole per partecipare ai corsi BLSD, Basic Life Support Defibrillation (manovre cardiopolmonari e uso del defibrillatore) ed è diventato istruttore di questa tecnica di cui era già operatore. Per il suo impegno, Lentinello ha ricevuto un encomio dal Comune ed è stato premiato dalla Associazione Nazionale Polizia di Stato, sezione di Catania, con il “Premio San Michele Arcangelo”. Da marzo, per l’emergenza Covid, collabora con la Caritas Diocesana, con la Protezione Civile, con la Prefettura ed altre associazioni di volontariato per portare assistenza alle famiglie in stato di necessità.

“La questione salute sta al centro di tutte le altre questioni”

È operatore di BLSD anche David Gandolfo, Riferimento Civico di Polizzi Generosa, nel Palermitano. Di mestiere account, 54 anni, Gandolfo è presidente dal 2011 dell’Aopcs, un nucleo di protezione civile, ha l’attestato per interventi ad alto rischio e – sottolinea orgoglioso – fa “volontariato a 360 gradi”. “Noi volontari siamo dalla parte delle persone, il nostro intento è quello di dare una mano in tutti i modi in cui possiamo e sappiamo operare. Per questo mi sono impegnato a svolgere la mia attività da volontario in maniera che possiamo chiamare ‘professionale’. È importante esserci ed è importante esserci con le competenze giuste”. La questione salute – dice – “sta al centro di tutte le altre questioni. Salute significa non solo cura e assistenza, significa proprio avere una vita salutare. Dare il mio contributo a questo obiettivo così grande è per me motivo di soddisfazione. Soprattutto qui sulle Madonie dove sono tanti i bisogni e sono tante le carenze”.

“Dare informazioni chiare e fondate: servizio indispensabile ed essenziale”

La consapevolezza dell’importanza di informare correttamente muove Antonino Lo Brutto, Riferimento Civico di Castrofilippo, nell’Agrigentino. Architetto e dipendente della Regione Sicilia, Lo Brutto si è distinto nelle campagne educative sulla raccolta differenziata. È stato presidente del Consiglio comunale della sua città, e in quell’occasione ha dovuto lasciare, per incompatibilità, la guida di un’associazione di volontariato che opera nel campo dello sport per i bambini che hanno più bisogno. “Vedo che spesso i cittadini sono disorientati dalla mole di news che ricevono. Quando mando i messaggi informativi della Rete Civica della Salute – racconta – mi ringraziano in tanti. Anzi, in tanti, compresi gli stessi medici di famiglia, ma anche i miei colleghi d’ufficio, me li hanno chiesti e sono così entrati a far parte, insieme con i cittadini di Castrofilippo, nella lista dei contatti a cui spedisco le informative. Ormai queste pillole informative sono attese da tutti. E il valore che viene dato loro, proprio perché sono informazioni verificabili, è la riprova di quanto questo ‘tam tam’ sia considerato importante”.

È importante informare correttamente ed è importante cogliere i bisogni, aggiunge Roberta Butera, Riferimento Civico di Caltanissetta. “Sono entrata nella RCS spinta dalla mia esperienza nel sociale”, spiega. Butera, 44 anni, è la responsabile dell’area dell’assistenza domiciliare (integrata, per persone disabili, per anziani) e anche del settore dei trasporti e della logistica per persone con bisogni particolari di una cooperativa sociale, la Etnos. Il suo lavoro quotidiano la porta a conoscenza delle carenze del servizio, “carenze – specifica – che spesso si trovano non nell’ambito delle cure ma in quello dei supporti alle famiglie”. Diventare Riferimento Civico è per lei “un modo per fare ancora di più”, diventare in un certo senso una “portavoce” della comunità e – soprattutto – “contribuire a creare un rapporto di maggiore fiducia tra la persona e la Sanità. I cittadini hanno bisogno di una figura come quella del Riferimento Civico. È fondamentale”.

“Bisogna conoscere i bisogni per poter trovare le soluzioni”

È del settore Tommaso La Macchia, Riferimento Civico di Spadafora, 30enne specializzando in Cardiologia all’Università di Messina. “Faccio da sempre volontariato”, racconta. “Ho spesso collaborato alle giornate e alle campagne di prevenzione dell’Asp. Ma entrare nel circuito della Rete Civica della Salute è stata una scelta fondamentale. È un’arma in più, uno strumento in più, per aiutare il mio territorio”. Non casualmente La Macchia si sta impegnando anche per individuare e supportare i Riferimenti Civici dei Comuni limitrofi. Intanto, ha già avuto un primo incontro ufficiale con il sindaco e le dirigenze delle diverse associazioni per creare un canale di trasmissione di informazioni. Ma soprattutto – sottolinea – per la raccolta delle segnalazioni. “Ecco, direi che la RCS ci aiuta a comprendere bene i bisogni e le carenze del territorio, e questa conoscenza è il primo, fondamentale passo per trovare soluzioni concrete e adeguate”.

Un obiettivo che motiva anche Maddalena Ruggirello, Riferimento Civico di San Vito Lo Capo, e Sebastiano Benenati, Riferimento Civico di Alcamo, entrambi nel Trapanese. Titolare di una pasticceria-gastronomia, la 31enne Ruggirello sta organizzandosi per poter incentivare nel suo Comune occasioni di confronto e dialogo, oggi naturalmente a distanza. Mentre il 64enne Benenati, insegnante laico di religione in tre diversi istituti scolastici (il liceo scientifico di Alcamo, il comprensivo Nino Navarra sempre di Alcamo e la scuola media Vivona di Calatafimi) e imprenditore agricolo grazie ad un piccolo campo di melograno da cui trae succhi richiesti in tutta l’Isola, racconta di un impegno volontario quotidiano di “aiuto agli ultimi”, anziani e persone disabili anzitutto. Ma il ruolo di Riferimento Civico – sottolinea – “è una responsabilità più grande che mi consente di intervenire anche su problemi che riguardano più persone, interi quartieri, oppure che hanno un impatto sulla salute non da tutti percepito o conosciuto. Problemi come le carenze idriche, per esempio, che qui sono molto gravi, o altre questioni ambientali. Il senso è che – come diciamo sempre nella RCS – la salute è una questione complessa e le questioni complesse hanno soluzioni complesse. Non basta un solo intervento. Bisogna capire fino in fondo quali sono i fattori di miglioramento da supportare”.

Educazione ad una sana alimentazione e approfondimento sulla fibromialgia, oltre che, ovviamente, questione Covid, sono per esempio i temi che stanno a cuore al Riferimento Civico di Ragusa Gianna Occhipinti, che opera in costante collaborazione con il Comitato Consultivo dell’Asp e aggiunge questo impegno a quello di consigliere comunale e di imprenditrice artigiana nel settore della lavorazione del ferro e dell’alluminio. “A causa dell’emergenza sanitaria abbiamo dovuto bloccare l’organizzazione di importanti momenti di confronto che stavamo preparando, ma saremo pronti a metterli in piedi non appena sarà possibile”, dice. Intanto, fin dal link nell’home page del sito del Comune, sono numerosi i cittadini coinvolti da Occhipinti e ai quali vengono trasmesse direttamente le informazioni sulla salute che sono il cuore delle attività della Rete Civica.

“Fondamentale pensare al benessere e alla sicurezza dei più piccoli”

A 68 anni Vincenzo Andolina, Riferimento Civico di Enna, ha già trascorso più della metà della sua vita impegnandosi nel sociale. Faceva l’infermiere, e, dice sorridendo, “poiché quella dell’infermiere è una professione che non ti abbandona mai, mi sento infermiere ancora oggi che sono in pensione”.  Andolina è uno dei fondatori dell’Associazione giovani diabetici della Sicilia e, dal 2010, è componente anche del Comitato Consultivo dell’Asp di Enna. È diventato Riferimento Civico del suo Comune da un mese o poco più. Ma ha già sulle spalle una serie di iniziative a favore della collettività. Il suo obiettivo principale – “ma non l’unico, perché la salute è composta da tanti diversi fattori ed è il risultato dell’impegno di tutti, a tutti i livelli” – è quello di ottenere un Centro di diabetologia pediatrica a Enna, così da “evitare che i nostri ragazzi e bambini debbano sempre spostarsi su Catania, Messina, Palermo e possano invece essere seguiti nella loro provincia”. D’altronde, Andolina ha sollevato la carenza di una Unità ospedaliera di diabetologia nell’Asp di Enna investendo personalmente, essendone componente, anche il Comitato Consultivo e ha esposto il tema all’Assessorato regionale alla Salute. Ora c’è a Enna un punto di riferimento per “i circa 8000 pazienti affetti da diabete, patologia in crescita anche nella nostra provincia”. Non è tutto. ”Nel nostro territorio – aggiunge Andolina – desideriamo fortemente che venga appieno attuato quanto previsto dal decreto dell’Assessore per la Salute del 7 gennaio 2015 (Approvazione dell’intesa stipulata tra la Regione Siciliana e il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca – Documento strategico di Intervento integrato per l’inserimento del bambino, adolescente e giovane con diabete in contesti scolastici, educativi, formativi al fine di tutelarne il diritto alla cura, alla salute, all’istruzione e alla migliore qualità di vita)”. Si tratta di istruire gli insegnanti e il personale non docente su come prevenire, riconoscere e trattare le eventuali situazioni di urgenza nei casi di ipoglicemia o iperglicemia. Interventi di questo genere sono stati già realizzati in alcune altre province, per esempio nelle scuole dell’area catanese. “Credo che sia particolarmente importante pensare alla salute dei più piccoli. Lo sento come il fondamento del mio impegno”. 

“La salute comincia da piccoli. È composta di prevenzione, conoscenza, stili di vita adeguati” sottolinea anche Maria Genchi, componente del team work della RCS (e vicepresidente del Comitato Consultivo del Policlinico di Catania). Volontaria dell’Avulss, insegnante in pensione, 70enne, specialista di lingua francese, per anni formatrice di docenti, Genchi ribadisce che l’accoppiata formazione – informazione è indispensabile per il benessere dei singoli e delle comunità intere. “Umanizzare la sanità, cioè mettere il paziente, i familiari, le persone al centro della sanità – dice – significa anche comprendere quanto sia importante, per un verso, non rassegnarsi alle criticità del sistema sanitario e, per altro verso, fare per intero la propria parte per contribuire alla propria salute. È una doppia responsabilità che la rete dei Riferimenti Civici ha assunto con una dimensione territoriale che è un valore aggiunto. Conoscere, coinvolgere, spiegare, informare, ascoltare i cittadini è sempre essenziale, ma in questo momento storico lo è ancora di più”. E poiché per lei la Francia è “una seconda patria” e i suoi ex alunni in tantissimi sono emigrati fuori dall’Italia, Genchi ricorda un paio di cose ancora: “ogni sistema, e quello sanitario non fa eccezione, deve far tesoro dei feedback che gli arrivano dall’esterno, perché sono altrettante indicazioni per il miglioramento; l’Italia dovrebbe, nella Sanità ma anche in altri settori, tenersi stretti i suoi ‘cervelli’, perché solo una nazione che si basa sulla conoscenza può davvero essere all’avanguardia”. E la chiusa finale è tutta attorno ad una parola: empatia. “Mettersi nei panni degli altri è, secondo me, il primo e forse il più efficace metodo per migliorare se stessi e dare un contributo significativo alla propria comunità”.

“Da cittadini consapevoli discendono amministratori responsabili”

Conclude Rita Calderone, Riferimento Civico di Catania. Volontaria fin da piccolissima, inizia la seconda elementare a 4 anni, si diploma a 17. Insegnante di inglese, tedesco e geografia politica è diventata, per scelta ponderata e consapevole, insegnante di sostegno nella secondaria di primo grado. La 49enne Calderone è stata una sorta di bambina prodigio, soprattutto – specifica – grazie al fatto che nella sua famiglia, a lei e ai suoi 4 fratelli, tutti più grandi, sono stati garantiti sempre il tempo dell’ascolto attorno al tavolo e il tempo del gioco insieme. Anche lei fa parte del Comitato Consultivo del Policlinico di Catania ed è Presidente dell’associazione “Labirinto a colori” che si occupa di diffondere la Pedagogia Clinica in aiuto alla persona. Dal 2016 segue la Rete Civica della Salute fino, appunto, a diventare di recente Riferimento Civico della sua città. Da tutta la sua esperienza, professionale e volontaria, trae convinzioni profonde, che sintetizza così: “La Rete Civica della Salute fa sviluppo sociale, partendo dalle questioni sanitarie e andando oltre. Informare il cittadino è un’azione legata al raggiungimento del bene comune. Dai cittadini informati derivano cittadini consapevoli e responsabili. Dalla cittadinanza attiva discendono buoni amministratori, altrettanto consapevoli e responsabili. È un processo che può, anzi, deve, riguardare tutti, parlando a ciascuno secondo la sua età e ascoltando ciascuno perché ciascuno ha una storia, un’intuizione, un’idea da trasferire che merita attenzione”.  

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