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OPERATORI SOCIALI IN TEMPI DI COVID 19

Nuove strategie aziendali da sviluppare in tempi di Covid19 ma anche competenze più ampie che siano in grado di preparare all’operatività nei servizi per l’inclusione sociale e lavorativa adulta (detenzione, immigrazione, disoccupazione, disabilità) e di fornire abilità di «gestione» anche economica un tempo non richieste.

Pubblicato il 3 Dicembre, 2020

Nuove strategie aziendali da sviluppare in tempi di Covid19 ma anche competenze più ampie che siano in grado di preparare all’operatività nei servizi per l’inclusione sociale e lavorativa adulta (detenzione, immigrazione, disoccupazione, disabilità) e di fornire abilità di «gestione» anche economica un tempo non richieste.

La figura dell’educatore sociale sta cambiando velocemente e lo IUSVE adegua i suoi percorsi didattici-universitari e le sue ricerche per dare agli studenti le risposte necessarie per essere competitivi nel mondo del lavoro. 

A tracciare la nuova strada da percorrere è stata anche un’indagine di ricerca socio-pedagogica su case histories di welfare territoriale «Prospettive per una trasformazione del welfare sociale». I ricercatori sono partiti da alcune domande: Che cosa s’intende oggi per lavoro sociale? Quali competenze dell’educatore sono ritenute determinanti oggi per il successo di un’impresa sociale? Quali sono le prospettive, gli spazi di possibile nuovo sviluppo per i sistemi di welfare?

Allo studio hanno partecipato i responsabili di 14 organizzazioni del welfare di diverse province venete (TV-VE-BL-VR) che si occupano di inclusione sociale adulta: servizi per l’inclusione sociale e lavorativa adulta, imprese profit con una parte di dipendenti svantaggiati, enti pubblici che si occupano di inserimenti lavorativi (Cisl, Regione Veneto ecc.). 

«Ruoli manageriali diversi richiedono competenze in grado di garantire una visione più ampia del lavoro socio-educativo per presidiare con sapienza l’operatività sul campo. Oggi l’educatore non è più chiamato al presidio delle persone ai margini è invece una figura aperta, a costruire alleanze per rendere più consapevoli le persone e i territori – spiega Enrico Miatto, da poco Direttore di Dipartimento di Pedagogia dello IUSVE – abbiamo deciso di occuparci di questa nuova lettura della figura dell’educatore per offrire ai nostri studenti una preparazione superiore completa prima di entrare nel mondo del lavoro». 

Gli esiti dello studio verranno presentati nel Seminario: “Ripensarsi sul territorio? L’educatore tra percorsi noti e spazi inediti” previsto per giovedì 17 dicembre, dalle 9.30 alle 12. Il seminario è curato dall’Area di Pedagogia IUSVE che con l’avvio dell’anno accademico 2020/2021 assume un nuovo assetto. Enrico Miatto (in foto) è docente aggiunto di pedagogia speciale e didattica per una scuola inclusiva e insegna nel corso triennale in Educatore Sociale Professionale, è il coordinatore dei corsi di Licenza e Lauree Magistrali. 

«Questa ricerca è anche l’esito di un percorso di dialogo – spiega Miatto –  che da tempo l’Area di Pedagogia ha instaurato con enti, cooperative e servizi del nostro territorio». Con l’avvio dell’anno accademico 2020/2021 l’Area di Pedagogia IUSVE ha assunto un nuovo assetto, il coordinamento dei corsi triennali è passato al professor Marco Emilio, coadiuvato per la didattica dei tirocini dalla professoressa Beatrice Saltarelli. Il coordinamento alle attività di ricerca va al professor Davide Girardi mentre referente per la Terza Missione e rapporti con il territorio è la professoressa Lucia Ferraro. 

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