C’è la bozza, il Recovery Plan è pronto. 125 pagine e un piano di 196 miliardi di euro per quello che è stato chiamato il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, “una transizione green, smart and healthy” come è stata definita nel documento. I settori interessati: riforma della giustizia; digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca, parità di genere, coesione sociale e territoriale; salute.
Il commento del premier Conte: “Che Paese vorremmo tra dieci anni? Da questa domanda è partita la riflessione del governo. Dietro al ritardo italiano ci sono problemi strutturali noti, ma mai affrontati con sufficiente determinazione. Questo è il momento di farlo”.
Però nel Governo ci sono tensioni che minacciano la sua stessa esistenza. Teresa Bellanova di Italia Viva ha fatto sapere a nome del partito che l’emendamento sulla governance del Recovery Plan in legge di bilancio non va messo, pena il non voto dei suoi. Vedremo gli sviluppi.
Come sono divisi i soldi del Recovery: 48,7 miliardi per digitalizzazione e innovazione, 74,3 per la “rivoluzione verde e transizione ecologica”, 27,7 al settore Infrastrutture per una mobilità sostenibile, 19,2 miliardi per Ricerca e istruzione, 9 per la Sanità, 17,1 miliardi per la Parità di genere.
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