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Maltempo a Chioggia, Ferro chiede lo stato di emergenza

Ieri, martedì 8 dicembre, il territorio clodiense ha vissuto un altro giorno molto complesso sul fronte del maltempo, per cui il sindaco Alessandro Ferro, che ieri era in sopralluogo, oggi ha scritto alla Regione del Veneto per chiedere venga dichiarato lo “stato di crisi”.

Pubblicato il 9 Dicembre, 2020

Ieri, martedì 8 dicembre, il territorio clodiense ha vissuto un altro giorno molto complesso sul fronte del maltempo, per cui il sindaco Alessandro Ferro, che ieri era in sopralluogo, oggi ha scritto alla Regione del Veneto per chiedere venga dichiarato lo “stato di crisi”.  

MOSE. Un’altra lettera è stata inviata stamane al Commissario straordinario per il Mo.S.E., Arch. Elisabetta Spitz. «Come è noto ieri a Chioggia si è verificata una marea eccezionale, con punta massima alle ore 16.40 di +148cm, che ha causato l’allagamento di tutto il centro storico di Chioggia e di gran parte di Sottomarina “vecchia” – spiega il sindaco Alessandro Ferro – non nascondo lo sconforto che io, come sindaco, e la città intera abbiamo vissuto, in quanto il mancato sollevamento delle barriere del Mo.S.E. ha causato notevoli danni alle abitazioni ed alle attività economiche, costrette a correre ai ripari, in tempi molto rapidi, al fine di scongiurare guai ancor peggiori. Purtroppo nemmeno l’attivazione del Baby Mo.S.E. ha salvato Chioggia, in quanto essendo la marea superiore al livello di +130cm, l’acqua ha invaso il Corso e le calli».

«Ho chiesto al Commissario di conoscere le ragioni che hanno fatto sì che nella giornata di ieri il Mo.S.E. non fosse in funzione, consapevole che un suo utilizzo avrebbe salvato la mia città. Ho chiesto, inoltre, a che punto sia la realizzazione della conca di navigazione alle bocche di porto di Chioggia, la cui rapida conclusione garantirebbe ai pescatori clodiensi, di poter raggiungere il mare Adriatico e quindi di poter lavorare, anche quando le barriere del Mo.S.E. risultino essere alzate. Per la marineria chioggiotta – conclude il primo cittadino – già così duramente colpita dalla crisi del periodo legata alla pandemia, perdere giornate di lavoro in mare è a dir poco devastante».

PUNTA GORZONE. Ieri il sindaco Ferro, assieme all’assessore Genny Cavazzana e ai volontari della Protezione Civile erano presenti anche a Punta Gorzone, finita sott’acqua per la piena dei fiumi Brenta e Bacchiglione. È il vicesindaco e assessore al demanio Marco Veronese oggi a scrivere alla Regione del Veneto – Direzione Difesa del suolo, ribadendo la disponibilità dell’Ente comunale di mettere in atto tutte le azioni utili per risolvere le problematiche degli abitanti e la messa in sicurezza de territorio.
«Negli ultimi mesi sono stati due le riunioni con la Regione su questo tema – ricorda il vicesindaco Veronese – il primo l’11 giugno, alla presenza del dirigente Direzione Difesa suolo ing. Marco Puiatti, dell’ing. Rodolfo Borghi per il Genio Civile di Padova, della consigliera regionale Erika Baldin e di un rappresentante delle famiglie della zona. Successivamente, il 12 ottobre, abbiamo incontrato in videoconferenza l’Autorità di Bacino distrettuale delle Alpi Orientali, che, assieme alla Regione, è l’ente competente per risolvere la problematica ed stato evidenziato che per procedere con le opere di messa in sicurezza di tale area è necessario venga modificato il Piano di Assetto Idrogeologico (PAI). Il Comune, pur non avendo in carico le opere di compensazione, si è detto nuovamente disponibile a collaborare – conclude il vicesindaco – ma il problema va studiato e affrontato insieme alla Regione e invito i consiglieri regionali, in particolare a chi siede in maggioranza, a trovare insieme al Comune una soluzione che possa definitamente mettere in sicurezza le famiglie, affinché non si sentano abbandonate dalle istituzioni».

EROSIONE SPIAGGE. Il sindaco Ferro ha, infine, sollecitato la Regione del Veneto affinché si inizino tutti gli interventi di ripascimento necessari all’immediata sistemazione del litorale, ribadendo l’inefficacia del prolungamento dei pennelli da poco realizzata a Isola Verde e l’urgenza di individuare delle soluzioni a lungo termine per Isola Verde e Sottomarina.

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