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Giulio Regeni

Caso Regeni, l’Italia chiede all’Ue “azioni mirate” contro l’Egitto

L’Italia chiederà ai membri dell’Unione europea una posizione comune di condanna “con azioni mirate” sia di natura politica che economica contro l’Egitto. Dopo un vertice a Palazzo Chigi, il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, accelera sul caso Regeni. “La verità sarà naturalmente accertata dal processo​, ​ma allo stesso tempo richiede collaborazione da entrambe le parti, anche sulle elezioni di domicilio dei quattro funzionari indagati nel processo e che sono accusati dalla magistratura italiana di essere coloro che hanno determinato la morte di Giulio Regeni​”.

La Procura di Roma aveva chiuso le indagini sulla morte del ricercatore italiano, avvenuta quattro anni fa in Egitto. Quattro egiziani dei servizi segreti rischiano il processo per i reati di sequestro di persona pluriaggravato, concorso in lesioni personali e omicidio.

Erasmo Palazzotto, presidente della commissione d’inchiesta sul caso, aveva sancito giorni fa “il fallimento della cooperazione giudiziaria, che in realtà non c’è mai stata”. Palazzotto aveva chiesto “un’assunzione di responsabilità da parte dell’Europa” e avere la possibilità “di ricorrere alle corti internazionali nei confronti dell’Egitto per la violazione alla convenzione contro la tortura”. Il presidente della commissione Regeni aveva aggiunto che dall’incontro conclusivo di qualche giorno fa non si aspettava chissà quali risposte “ma neanche un oltraggio al lavoro della nostra magistratura. Le strade si dividono e l’Italia seguirà il suo corso”.

Siamo al dunque nella vicenda che per Palazzotto è “una ferita che rimane aperta”. “La storia di Giulio non è più una questione privata ma riguarda la credibilità del nostro Paese. La storia di Giulio Regeni non è più un caso nazionale, ma occorre porre la questione nel prossimo consiglio europeo”.

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