« Torna indietro

Il Vescovo riceve il dono di Confartigianato e Coldiretti. La statuina di un’infermiera in tempi di Covid

È stata donata al Vescovo di Macerata, Mons. Nazzareno Marconi, una significativa statuina del Presepe: si tratta di un’infermiera impegnata a salvare la vita delle persone colpite dal Covid-19, ed è stata  realizzata da un laboratorio di arte presepiale di Napoli associato a Confartigianato. La prestigiosa bottega d’arte ‘La Scarabattola’ dei Fratelli Scuotto. 

L’iniziativa di Confartigianato, Coldiretti e Fondazione Symbola, avviata a livello nazionale sotto l’egida del Manifesto di Assisi, toccherà nelle cinque Diocesi che fanno parte del proprio territorio, per consegnare di persona ai Vescovi questo dono, simbolo di speranza per l’intera comunità che rappresenta. 

Con il Vescovo Marconi c’erano Renzo Leonori e Giorgio  Menichelli, presidente e segretario di Confartigianato Macerata-Ascoli Piceno-Fermo, con Francesco Fucili e Giordano Nasini, presidente e direttore di Coldiretti Macerata. Durante l’incontro si è condiviso un forte messaggio di vicinanza di artigiani e agricoltori alla gente che soffre per causa della pandemia e per tutte le famiglie che stanno piangendo i loro morti a causa del Covid-19.

Come spiegano Leonori e Menichelli, “è pur vero che l’emergenza sanitaria sta pesando enormemente sulla tenuta produttiva del nostro Paese, e che dovremo confrontarci con sfide impegnative. Ma la priorità deve sempre essere la salute. Non possiamo anteporre gli interessi economici alla vita dei nostri collaboratori, dei nostri parenti, dei nostri  vicini di casa. Delle persone. Non a caso questa statuina, un’infermiera, vuole testimoniare la nostra riconoscenza verso tutti gli eroi che lottano per sconfiggere questa pandemia. Da questo loro coraggio chiunque deve prendere esempio, per disegnare una società giusta e attenta a chi ha bisogno”.

Per Fucili e Nasini “la modernità del Presepe viene proprio dal suo legame con la vita di tutti i giorni che per gli agricoltori e gli allevatori vuole dire conservazione dei territori, della biodiversità e della fattoria Italia che purtroppo negli ultimi dieci anni a causa della crisi ha perso 2 milioni di animali con un addio che ha riguardato soprattutto la montagna e le aree interne più difficili dove mancano condizioni economiche e sociali minime per garantire la permanenza di pastori e allevatori, spesso a causa dei bassi prezzi pagati per il latte e per la concorrenza sleale dei prodotti importati dall’estero”.

About Post Author