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Ita, cosa sarà la Nuova Alitalia. Ma i sindacati non ci stanno

Pubblicato il 19 Dicembre, 2020

Presentato finalmente il piano di Ita, la nuova Alitalia che non poteva non partire da un taglio importante di spese e personale (da 11mila si passerebbe a 5mila). La flotta, che oggi ha 104 aerei, dovrebbe partire da 52 macchine per arrivare tra 5 anni a 110. Malpensa, che all’inizio sembrava esclusa dal piano, potrebbe invece essere strategica per il “full cargo”, il trasporto che nei prossimi mesi sarà, per esempio, quello dei vaccini.

L’obiettivo per il prossimo anno è 920 milioni di ricavi e 8 milioni di passeggeri; per il 2025 è di ricavi per 3,4 miliardi di euro, 93 rotte e 9.500 dipendenti a pieno regime. Alleanze internazionali ancora tutte da decidere. Previsto un patto con Ferrovie dello Stato per collegamenti veloci con gli hub, Linate invece potrebbe essere la base dei voli low cost. Contrari i sincati al piano presentato che considerano “inaccettabile” (Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl).

“Si riducono i collegamenti, soprattutto il lungo raggio, le attività di volo. Sparisce dal piano il cargo e ci sono inevitabili riflessi sulle attività di manutenzioni e sui servizi di handling” hanno aggiunto. Il primo aereo della nuova compagnia potrebbe decollare ad aprile, se tutto va bene e non ci saranno impicci burocratici non previsti.

“Ita”, così la chiamano al momento, è guidata dall’amministratore delegato Fabio Lazzerini e dal presidente Francesco Caio. Fiumicino sarebbe l’hub principale – è quanto hanno riferito alla Commissione Trasporti della Camera. C’è bisogno ora che l’Unione europea non ostacoli l’iniziativa. Con un ok, comincerebbe a prendere corpo il piano industriale.

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