Pubblicato il 21 Dicembre, 2020
Un risparmio complessivo di 255 milioni di euro l’anno. Un taglio al costo del lavoro di circa 160 euro mensili calcolato su una retribuzione media di 1500 euro. Queste le cifre della “Decontribuzione Sud” applicata alle imprese della provincia etnea, secondo un report realizzato dal Centro studi e dall’area Relazioni industriali di Confindustria Catania.
L’indagine condotta tra le imprese associate, rappresentative dei diversi comparti produttivi, ha monitorato gli effetti dell’incentivo introdotto dal decreto Agosto (convertito dalla legge n.126/2020) e confermato nella manovra di Bilancio, che prevede uno sgravio contributivo del 30% sugli oneri previdenziali a carico dei datori di lavoro privati del Mezzogiorno.
“Alla pandemia pagheremo un tributo economico pesante – spiega il presidente di Confindustria Catania, Antonello Biriaco -, certamente maggiore di quello delle aree sviluppate del Centro- Nord -. La nostra indagine conferma che il taglio del costo del lavoro, soprattutto in tempi di emergenza Covid, è una misura di contrasto importante al collasso occupazionale che potrebbe verificarsi nei prossimi mesi.
Ma non solo. Diverse realtà produttive, infatti, sono già pronte a capitalizzare i loro risparmi contributivi destinandoli a nuovi investimenti e nuove assunzioni. Proprio nel corso di un recente incontro con il ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, abbiamo espresso il nostro forte apprezzamento verso questa forma di fiscalità compensativa, semplice ed automatica, che potrebbe segnare l’inizio di una concreta politica di riequilibrio a vantaggio del Mezzogiorno”. “Ora – conclude il presidente degli industriali etnei- è fondamentale proseguire il negoziato con Bruxelles per stabilizzare la misura nel lungo periodo, al di là della finestra aperta dal Temporary Framework sulla deroga alla disciplina degli aiuti di Stato, che si concluderà il prossimo 30 giugno”.