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Newly appointed Italian Prime Minister Matteo Renzi gestures during a debate for a confidence vote at the Italian Senate on February 24, 2014 in Rome.Matteo Renzi was to unveil details of his ambitious government programme on Monday as he faced a confidence vote in parliament in a key test of his power to unite warring factions and secure a solid majority. The new premier is expected to present plans for rapidly overhauling the tax system, job market and public administration in his speech to the Senate, which will put his newly-formed cabinet to a confidence vote. AFP PHOTO / ANDREAS SOLARO (Photo credit should read ANDREAS SOLARO/AFP via Getty Images)

Governo, l’Udc dice no all’appoggio. “Costruttori” al lavoro, ma i numeri ancora non ci sono

Pubblicato il 17 Gennaio, 2021

Nonostante i numeri non ci siano ancora, quelli che servono al Governo Conte per passare l’esame Senato dopo la crisi innescata da Italia Viva con il ritiro delle ministre Bellanova e Bonetti dall’esecutivo, Movimento 5Stelle e Pd non vogliono più sentire parlare di Matteo Renzi.

Per il direttivo M5S è impossibile “qualsiasi riavvicinamento con Renzi, che ha voluto lo strappo nonostante i nostri parlamentari avessero lavorato bene su tanti progetti. Non voltiamoci più indietro, continuiamo a lavorare pensando solo al bene del Paese”. I democratici rincarano la dose segnalando che questa crisi rischia “di aprire scenari imprevedibili. Ora per garantire una piena trasparenza si vada nelle sedi appropriate, quelle parlamentari, dove tutti dovranno assumersi le proprie responsabilità per salvaguardare gli interessi del Paese”.

I “costruttori” che vogliono sostenere il Governo Conte sono al lavoro, ma devono incassare il retrofront di Mastella e il no dell’Udc. Il progetto del Presidente del Consiglio di creare un gruppo di centro sul modello del Partito popolare europeo per il momento non decolla. I numeri ancora non ci sono. Conferma è che a lasciare Italia Viva è solo il deputato Vito De Filippo.

A mezzogiorno di domani Conte, spiegherà lo stato delle cose in una conferenza stampa e il giorno successivo tenterà di avere l’ok in Senato grazie ai “costruttori”, o “Responsabili” come li si voglia chiamare, la truppa trasversale che sosterrà il Governo. A questo punto, più che della promozione in Senato, ci si preoccupa di costituire una maggioranza più solida e senza Renzi.

La Cei, da parte sua, ha lanciato un monito affinché si percorrano strade sicure: “Trovo un forte stimolo nelle parole pronunciate dal presidente Mattarella nel messaggio di fine anno: ‘Non viviamo in una parentesi della storia. Questo è tempo di costruttori’. Aggiungo: questo è anche tempo di speranza! Ci attendono mesi difficili in cui ricostruire le nostre comunità” ha detto il presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti.

All’estero vedono questa nostra crisi come qualcosa di anomalo. Il giornale spagnolo El Pais ha titolato: “Renzi irresponsabile” a chiare lettere sulla “nuova crisi politica che potrebbe sfociare nel terzo esecutivo di questa legislatura”. L’articolo mette in evidenza sia “il momento del tutto inadeguato che getta il Paese in un’incertezza dannosa per se stesso e per i vicini europei”. L’Italia, continua El Pais, “mostra ancora una volta i segni della sua instabilità cronica”. E’ vero, ogni 14 mesi abbiamo un Premier differente. “In questa legislatura Mattarella è stato l’unico riferimento stabile”.

Dimenticavamo il centrodestra che, ovviamente, è tutto propenso per le urne. In tarda serata il leader della Lega, Matteo Salvini, ha pronunciato parole forti: “Berlusconi è andato a processo per la cosiddetta compravendita dei senatori, ora invece sono costruttori, anime pie….”. 

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