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il piano del killer

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Omicidio di Via Montello, gli appunti del killer in carcere. “Per me uccidere è facile”

Pubblicato il 21 Gennaio, 2021

Appunti, confessioni, manoscritti, pensieri in libertà. Arriva un’altra svolta relativa al duplice omicidio di Via Montello, quello che il 21 settembre scorso ha visto brutalmente assassinata a Lecce una coppia di fidanzati, Eleonora Manta e Daniele De Santis, da parte del 21enne Antonio De Marco, reo confesso di aver brutalmente ucciso i due con 60 coltellate. In questi giorni sono stati ritrovati 25 fogli, manoscritti del killer che in questi mesi ha messo nero su bianco confessioni, pensieri, appunti, relativi sia all’assassinio, sia al suo stato mentale e alla sua prigionia. In tutti i manoscritti del killer dell’omicidio di Via Montello emerge una profonda sensazione di solitudine e di angoscia esistenziale, un profondo senso di inadeguatezza con ciò che lo circondava, la voglia di evadere dalla realtà, soprattutto quella attuale della prigionia, creandosi degli universi paralleli per esempio grazie alla lettura di libri e fumetti, e un briciolo di pentimento, ma solo accennato, mai del tutto completo e reale. Tutto questo alla vigilia del 18 febbraio, giorno in cui comincerà il processo sul duplice omicidio di Via Montello, in aula bunker del Tribunale di Lecce, e con una richiesta respinta di rito abbreviato che era stata avanzata dai legali del killer. Gli stessi legali che continuano a pensare a riformulare la richiesta di perizia psichiatrica e stanno riflettendo sulla possibilità di far partecipare o meno il loro assistito al processo.

Omicidio di Via Montello, il contenuto dei manoscritti

I manoscritti, 25 fogli scritti di polso da parte del killer dell’omicidio di Via Montello, sono stati ritrovati accartocciati o strappati nel cestino e nell’armadio della sua cella nel carcere leccese di Borgo San Nicola. In uno di questi si legge: “Se fossi all’esterno il mio impulso di uccidere sarebbe ritornato. Questo omicidio poi è la cosa che più mi spezza: una parte di me prova dispiacere (ma solo quello), un’altra è contenta….sì! È felice di aver dato 60 coltellate, poi c’è un’altra parte che avrebbe voluto fare una strage, come se fosse stata una partita a G.T.A. (il famoso videogioco Grand Theft Auto, ndr)”. Poi, in altri fogli si leggono confessioni inquietanti con De Marco che torna sulle ragioni del suo mostruoso gesto: “Certe volte sento di essere un vero e proprio mostro e la cosa peggiore è che sento che ad una parte di me piace questa idea…Io ho ucciso Daniele ed Eleonora perché volevo vendicarmi: perché la mia vita doveva essere così triste e quella degli altri così allegra?”. Poi il killer dell’omicidio di Via Montello scrive di cosa sarebbe potuto accadere se non fosse in carcere: “E la cosa peggiore è che sento che se fossi all’esterno il mio impulso di uccidere sarebbe ritornato, sarei scoppiato a piangere, mi sarei arrabbiato, avrei fantasticato su come uccidere qualcuno e poi sarei andato all’Eurospin a comprare patatine e schifezze varie. È facile per me uccidere, magari non lo è stato da un punto di vista logistico, ma da un punto di vista emotivo è facile. Ma se uccidere non mi ha fatto ottenere nulla, allora probabilmente sentirei l’impulso di farlo ancora?”. L’unica concessione ad un mezzo pentimento, De Marco la fa in un altro manoscritto ritrovato, in cui parla di quello che potrebbe succedere in futuro: “L’altro giorno è successa una cosa strana, mentre leggevo Cime Tempestose (romanzo di Emily Bronte, ndr)… ho ricordato quella sera, la sera dell’omicidio, ma non come faccio sempre, è stato molto più forte…E per la prima volta ho provato un vero dispiacere per quello che ho fatto, forse ero addirittura vicino a piangere. Però se ci penso adesso non sento le stesse cose, non sento niente e basta, ma forse mi sto avvicinando ad un vero pentimento”.

La notizia del contenuto di questi manoscritti è stata confermata dall’avvocato Andrea Starace, suo difensore insieme a Giovanni Bellisario. “Sono fogli scritti di pugno dal mio assistito, trovati nel cestino dei rifiuti nel corso della perquisizione svolta il 28 ottobre scorso. Anche tenuto conto del contenuto di questi scritti, non escludiamo di ripresentare istanza per chiedere una perizia psichiatrica”.

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