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“Libertà per Navalnyj”, oltre 3mila arresti

Pubblicato il 29 Gennaio, 2021

“Libertà per Navalnyj” hanno cantato in 66 città russe. Le autorità hanno arrestato molto, più del dovuto (oltre tremila persone sono finite in carcere, tra cui la moglie del dissidente, Julija Navalnaja, poi rilasciata e i collaboratori del dissidente, Ljubov Sobol, ​Georgij Alburov, della Fondazione anti-corruzione, e la portavoce Kira Jarmish), ma non hanno fermato la contestazione.

A Mosca i manifestanti si sono diretti verso il carcere di Matrosskaja Tishina, dove è detenuto Navalnyj. E’ una situazione mai sperimentata in Russia fino ad ora. Nonostante le autorità abbiano tentato di intimidire i “provocatori” e di bloccare con scuse varie tutti i giovani in scuole e università, i fan del dissidente hanno promesso di scendere in piazza ancora, sfidando le minacce di condanne fino a 15 anni di carcere. Per loro è arrivato il momento di cambiare la Russia. 

Intanto Navalnyj videomessaggia: “Giusto in caso: non sto pianificando di impiccarmi alle finestre o di tagliarmi le vene o la gola con un cucchiaio affilato. Uso le scale con molta cautela e mi prendono la pressione ogni giorno perciò un improvviso infarto è da escludere. Sono in uno stato psicologico ed emotivo stabile” perché teme di essere eliminato in carcere, dove rischia di rimanere molto.

Giorni fa la sua Fondazione aveva pubblicato su youtube “Palazzo per Putin, storia della più grande tangente”, un’inchiesta su un complesso residenziale di Gelendzhik, sul mar Nero. Sarebbe il regno di Putin, “grande quanto 39 principati di Monaco”: vigneti, saune, chiese, eliporto (e sarebbe anche una no fly zone) e tutti i lussi possibili. Il costo pari a oltre un miliardo di euro sarebbe frutto di tangenti della elite russa come il capo di Rosneft, Igor Sechin. Ci sarebbe di mezzo anche un’appropriazione indebita. Tutto svelato nei minimi dettagli, a voler dimostrare l’appartenenza a Putin, tutta da vedere sino ad oggi, del palazzo. 

“​Questa è la mia casa. Non ho paura. ​Che cos’è che temono le autorità?”​ si chiede​va​ in un video il dissidente​, ​​appena ritornato da Berlino – cinque mesi di convalescenza, di cui il primo passato tra la vita e la morte – dopo essere stato avvelenato con il Novichok mentre si trasferiva con un volo di linea da Tomsk a Mosca. 

“Temono che la gente scenda in piazza.​.. H​anno paura di voi, della gente che all’improvviso può capire la sua forza e smettere di obbedire a questa banda di Putin, Sechin e Rotenberg che da 20 anni deruba il Paese facendovi diventare sempre più poveri. Solo noi possiamo mettere una fine. Perciò vi invito a non tacere, a resistere, a scendere in piazza. Siamo così tanti che se vogliamo ottenere qualcosa lo otterremo”

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