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PARCHI VAL DI CORNIA: IL PD LA INDEBOLISCE DA ANNI MA SE NE ACCORGE QUANDO NON GOVERNA PIU’ PIOMBINO

PARCHI VAL DI CORNIA: IL PD LA INDEBOLISCE DA ANNI MA SE NE ACCORGE QUANDO NON GOVERNA PIU’ PIOMBINO

Pubblicato il 25 Gennaio, 2021

Si parla e si legge molto su Parchi Val di Cornia sulla stampa, e da un certo punto di vista è un bene che tutti sembrino averne capito l’importanza.
E’ opportuno fare però alcune puntualizzazioni, specie sulle riflessioni del Prof Settis comparse sul Fatto Quotidiano del 23 gennaio.

La Società Parchi Val di Cornia ha subito una fortissima regressione della capacità di autofinanziamento a partire dal 2007 e in particolare dal 2011 quando il Comune di Piombino (a guida PD) ha tolto i parcheggi di Sterpaia e Baratti all’azienda creando una voragine di 1,2 milioni di euro nei bilanci (quasi un terzo delle entrate). Non si può pertanto attribuire una minor capacità di autofinanziamento all’ultimo anno di gestione, ma se ne parla tanto proprio ora che Piombino ha una maggioranza civica e di centrodestra. La stessa questione dell’apertura dei musei a gennaio è difficilmente attribuibile all’ultimo periodo visto che i siti non sono mai stati aperti nei mesi invernali.

L’ultima decisione di togliere un pezzo rilevante del patrimonio gestito dalla Parchi Val di Cornia, elemento che aggrava il processo di indebolimento dell’azienda e soprattutto dell’idea originaria di condivisione del patrimonio, è da imputarsi interamente al Comune di San Vincenzo (a guida PD), da sempre meno che tiepido nel sostegno alla società e nell’ultimo anno protagonista in negativo di una vera e drammatica involuzione. Rimigliano infatti, fu il primo esperimento di parco intercomunale già dal 1974 su impulso dei progetti dell’arch Insolera e del Sindaco Giomi e nell’autunno 2019 il Comune di San Vincenzo ha annunciato di voler riprendere la gestione dell’area sottraendola alla Parchi, ben prima dell’insediamento dela nuova gestione. Le conseguenze non si sono fatte attendere e nei mesi scorsi le associazioni ambientaliste sono state costrette a denunciare una gestione devastante della duna e del bosco retrodunale sottoposto a un taglio brutale della vegetazione per ingigantire inspiegabilmente sentieri esistenti.

Peggio ancora ha fatto il Comune di Campiglia. Il vero grande e invalicabile problema per le prospettive di esistenza e sviluppo del parco archeominerario di San Silvestro è sempre stata l’attività di cava esistente in loco, di cui il Piano Strutturale del 2007 prevedeva l’esaurimento nel 2018 per preservare le colline dalla distruzione archeologica e naturalistica. Grazie al protocollo d’intesa voluto dall’Amministrazione PD, alla cava sarà concesso di restare in attività per altri trent’anni circa e pende già un progetto di ampliamento della cava sul versante sanvincenzino del Monte Calvi, collina che ospita il grandissimo patrimonio di emergenze archeologiche da preservare di cui la Rocca di San Silvestro è solo un tassello, per quanto spettacolare.

E’ facile capire come sia del tutto strumentale voler attribuire un ruolo determinante nell’indebolimento del sistema Parchi all’attuale amministrazione di Piombino al governo da poco più di un anno, anche alla luce delle quotidiane polemiche a mezzo stampa dei Sindaci del PD di San Vincenzo, Campiglia e Sassetta che sembrano solo tese ad indebolire un’azienda partecipata su cui il loro partito non esercita più l’egemonia.

Ora che i riflettori sulla Parchi sono più che accesi, i sindaci soci hanno il compito di impegnarsi a dare un futuro e un rilancio alla società, mettendo da parte le scaramucce sul consiglio di amministrazione che non fanno altro che alimentare le divisioni e impedire un serio lavoro di programmazione.

Gruppo 2019

Assemblea Popolare Suvereto

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