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Corruzione, qualche passo in avanti per l’Italia. Ma restiamo tra gli ultimi nell’Ue

Pubblicato il 29 Gennaio, 2021

La gestione dei fondi che arriveranno dall’Europa sarà il parametro con cui verrà giudicato il Paese nei prossimi anni. Anche da parte di Transparency Internacional, che ha pubblicato il suo rapporto annuale e ha messo l’Italia al 52esimo posto (sostanzialmente stabile) su 180 nazioni esaminate nella classifica della percezione della corruzione nelle strutture pubbliche.

L’organizzazione segnala “un rallentamento del trend positivo che aveva visto l’Italia guadagnare 11 punti negli ultimi sette anni” e all’interno dell’Unione Europea siamo ventesimi su 27 Paesi membri. Danimarca e Nuova Zelanda sono i Paesi più virtuosi, i peggiori Siria, Somalia e Sud Sudan.

“Negli ultimi anni – si legge nel rapporto – l’Italia ha compiuto significativi progressi… Ha introdotto il diritto generalizzato di accesso agli atti rendendo più trasparente la pubblica amministrazione ai cittadini, ha approvato una disciplina a tutela dei whistlebower, ha reso più trasparenti i finanziamenti alla politica e, con la legge anticorruzione del 2019, ha inasprito le pene previste per taluni reati”.

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