Pubblicato il 3 Febbraio, 2021
L’articolo recentemente comparso sul Tirreno è il risultato di una attenta ricostruzione dello stato delle bonifiche nel nostro territorio.
Dice in modo chiaro ciò che noi andiamo denunciando da anni: nell’ esteso SIN di Piombino , nessun intervento di bonifica e risanamento ambientale è stato attuato, nemmeno quelli affidati al comune di Piombino con risorse finanziarie già disponibili.
Anzi, non tutte le aree demaniali del vecchio stabilimento sono passate al nuovo acquirente: la ex sotto sequestro, sede di quella bomba ecologica, è rimasta fuori dai vari AdP, quindi in carico alla competenza dello Stato e affidata alle risorse pubbliche.
Un dato emerge chiaro da questo articolo: già nel 1994 ARPAT segnalava “un rialzo di circa 7 metri dal piano di campagna dovuto agli scarti che venivano ammassati od addirittura sotterrati” .
La domanda è inevitabile: chi ha amministrato la città in questi 24 anni, possibile non si sia mai accorto di niente? Ora che la città è insorta legittimamente contro quella montagna maleodorante di rifiuti speciali , intendono minimizzarne l’impatto a fronte della minaccia silenziosa di questa distesa di sostanze inodori, ma letali.
Noi diciamo invece che , oltre all’amianto, all’arsenico, cromo, vanadio, piombo, mercurio, rame ed IPA, tutti inquinanti prodotti dalla attività siderurgica locale, le loro sciagurate politiche hanno portato nel nostro SIN anche una mole aggiuntiva di rifiuti prodotti da altri, pensando bene di privatizzare l’unica azienda che potenzialmente poteva avere un ruolo strategico.
Oltre alle numerose sostanze citate , temiamo che possa anche aggiungersi il cloruro di Vinile, il più pericoloso solvente cancerogeno volatile conosciuto e che può essere inavvertitamente respirato perché inodore, che come ormai documenta un’ampia letteratura,si forma all’interno di discariche per rifiuti speciali.
Ne fa testo il caso recente delle discariche di Busi in Abruzzo.
Per la bonifica della falda, dopo anni di studi e progetti milionari rimasti sulla carta, siamo ancora in attesa di una definizione: la sola cosa che sappiamo con certezza è che la cifra residua dei 50 milioni non sarà assolutamente sufficiente per la rimozione dei cumuli sovrastanti. Un’ultima precisazione è d’obbligo: Rimateria non ha affatto bonificato l’area della ex Asiu.
E’ molto più corretto dire che ci ha conferito sopra rifiuti speciali provenienti da ogni dove fino ad una altezza di 35 metri ed è in attesa di una autorizzazione a ricoprire, per la stessa altezza e con la stessa tipologia di rifiuti, anche le aree adiacenti.
Lista Civica Lavoro & Ambiente