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Diana DP, la scrittrice di Sezze che racconta l’amore

Pubblicato il 7 Febbraio, 2021

Iniziato come un gioco, una sorta di divertissement, come dicono oltralpe. Un modo di rilassarsi, dopo il lavoro, scrivendo brevi racconti pubblicati su un forum. Ma poi è diventato qualcosa di più.

Stiamo parlando della scrittura, o meglio, dell’arte di raccontare attraverso le parole. Lei è Diana D.P., scrittrice di Sezze che ha già pubblicato due volumi e ne ha in cantiere altri due, più un terzo in valutazione.

Diana D.P. è lo pseudonimo di Donatella Tomei, sposata, che di lavoro fa tutt’altro, almeno per ora, e che si definisce ‘lettrice onnivora, che legge qualsiasi cosa, senza preferenze’.

“Mi sono pentita di essermi scelto uno pseudonimo – ci confessa subito – anche se l’idea era di fare un omaggio a mia madre, che non c’è più e che avrebbe voluto chiamarmi Diana, mentre la D. e la P. sono le iniziali del cognome di mio marito Alberto, la mia colonna”.

Svelato il mistero buttiamoci nel mondo di Diana, che per Triskell edizioni ha dato alle stampe (si fa per dire in tempo di e-book) due titoli: Ancora noi, del 2019, e il recentissimo Fino ad arrivare a te, uscito dieci giorni fa, il 27 gennaio 2021.

Due romanzi che parlano d’amore. L’amore tra due uomini: “Non apprezzo le distinzioni che si fanno quando si parla di amore. L’amore è amore, punto. Ogni persona deve potersi sentire libera di esprimere la propria individualità, dev’essere semplicemente ciò che sente. Purtroppo in Italia siamo ancora un po’ indietro quando si tratta di affrontare certi argomenti, anche nella lettura. Il ‘romance MM’ (ovvero, male to male) all’estero è molto più letto. La Triskell è stata la prima casa editrice, in Italia, a pubblicare questo genere di romance. Oggi, per fortuna, anche altre realtà se ne occupano. Per ora, ho quattro contratti firmati con la mia casa editrice e ho un quinto libro in valutazione.

“Per me – continua Donatella – si tratta di romance e basta. Nella mia mente non c’è una visione ghettizzata dell’amore. Love is love. Descrivere la storia d’amore tra due ragazzi non è stata una scelta frutto di un calcolo. Quello ho pensato e quello ho scritto. Racconto quello che ho voglia di raccontare”.

Un atteggiamento nei confronti dell’amore per il quale l’autrice trova una radice precisa: “Penso di doverlo a mia madre. Credeva molto nell’uguaglianza sociale, nella libertà di essere se stessi, anche se era una donna nata negli anni cinquanta, con tutto quello che ne consegue. E poi c’è il mio Alberto, che mi sostiene sempre”.

Scrivere quindi le piace e la diverte, ma diventerà mai il suo lavoro? “Io un lavoro ce l’ho, quella di scrivere romanzi è una seconda attività, alla quale però dedico molto tempo; non ci vivo ma ci lavoro tanto.”

Insomma, per ora la soddisfazione più grande di Diana DP sono le recensioni dei sui lettori e la consapevolezza che è brava, davvero molto brava.    

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