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Aggredita con un cacciavite: l’esistenza difficile di un capotreno

Aggredita con un cacciavite: l’esistenza difficile di un capotreno

Pubblicato il 19 Febbraio, 2021

Capotreno aggredita. Intorno alle ore 19 del 17 febbraio, a seguito di una segnalazione  di aggressione a bordo treno pervenuta al 113,  due equipaggi della Polizia di Stato dell’ufficio Prevenzione e soccorso pubblico della Questura di Viterbo raggiungevano la stazione di Viterbo Porta Fiorentina, ove sul binario veniva notato un uomo che cercava di allontanarsi con un cane di grossa taglia. Lo stesso, che veniva bloccato per il previsto controllo, si dimostrava subito non collaborativo, rifiutandosi sia di declinare le proprie generalità, sia di esibire un documento di riconoscimento. Contestualmente, dal treno fermo presso lo scalo, scendeva il capotreno, una donna, visibilmente scossa. Ecco quanto riferiva: poco prima di giungere a quella stazione era stata vittima di un’aggressione verbale ed era stata minacciata, con un cacciavite, senza motivo, dal ragazzo bloccato dai poliziotti.  La stessa confermava poi di essere riuscita a raggiungere la testa del treno ed a rifugiarsi all’interno della cabina dei macchinisti. Ricorrendone i presupposti, l’uomo, italiano, di 28 anni, veniva sottoposto a perquisizione personale, a seguito della quale veniva rinvenuto il cacciavite corrispondente a quello descritto dalla vittima. Al momento dell’accompagnamento in Questura, l’aggressore opponeva resistenza e durante il trasporto si rivolgeva ai poliziotti con frasi ingiuriose. L’uomo, dopo le formalità di rito, veniva quindi denunciato per violenza, resistenza e minaccia a Pubblico ufficiale, porto abusivo d’arma e rifiuto d’indicazione sulla propria identità personale. Vita difficile di un capotreno.

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