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Caltagirone, 1,3 milioni di euro per il recupero della masseria Bongiovanni confiscata alla mafia – Foto gallery

E’ stata concretamente avviata “Testimoni di terre liberate”, l’iniziativa per la quale il Comune di Caltagirone ha avuto finanziato dal ministero dell’Interno, per un importo di 1.337.565,00 euro,

Pubblicato il 26 Febbraio, 2021

L’Amministrazione comunale: “Un risultato di grande valore tanto simbolico, quanto concreto

E’ stata concretamente avviata “Testimoni di terre liberate”, l’iniziativa per la quale il Comune di Caltagirone ha avuto finanziato dal ministero dell’Interno, per un importo di 1.337.565,00 euro, nell’ambito del Pon Legalità, il recupero e la rifunzionalizzazione della masseria Bongiovanni, bene confiscato alla mafia che rientra fra gli immobili affidati in concessione gratuita per 20 anni, nel gennaio 2018, dall’Ente municipale alla Caritas diocesana, individuata dopo la selezione pubblica per la gestione dei beni che l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc) ha trasferito al Comune.

Si è adesso compiuto l’ultimo passaggio per il decollo pieno del progetto, con l’avvio dei lavori sui fabbricati, che dureranno 180 giorni.

Nel mese di aprile del 2020 la Giunta municipale aveva approvato il progetto esecutivo presentato dalla Caritas diocesana, che contempla lavori per 980mila euro e somme a disposizione pari a 357.565,00, per un totale, come detto, di 1.337.565,00 euro.

Gli interventi sono finalizzati alla riattivazione dell’uliveto, del vigneto e del mandorleto, al recupero dei fabbricati con la realizzazione di un palmento e all’avvio di varie attività sociali come la creazione di un Centro per dare ospitalità alle donne vittime di violenze.

Si tratta di terreni agricoli, per circa 32 ettari, con annessi fabbricati rurali. I fondi e i fabbricati in questione si trovano in località Renelle – Bongiovanni e sono i beni confiscati in applicazione della legge contro la criminalità organizzata a Sebastiano Rampulla, nato nel 1946 e morto nel 2010.

Nei mesi scorsi la Caritas ha già investito oltre 300mila euro per rifare tutta la recinzione e rimettere in sesto i terreni per l’impianto delle colture, impiegando una dozzina di persone, scelte anche fra le appartenenti alle famiglie più bisognose, che si sono alternate nelle diverse attività di manodopera.  

“L’avvenuto inizio dei lavori, che comporteranno il recupero funzionale della masseria con una significativa finalità pubblica – afferma l’assessore ai Lavori pubblici Francesco Caristia – segna un momento atteso e importante”. Il sindaco Gino Ioppolo sottolinea “il valore tanto simbolico, quanto concreto, del risultato che sarà così raggiunto, in quanto il bene non soltanto è stato confiscato alla mafia, ma sarà utilizzato secondo una funzione altamente sociale”.

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