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Coronavirus, la bozza del nuovo dpcm: cosa cambia?

Pubblicato il 28 Febbraio, 2021

Coronavirus  – Il nuovo dpcm, il primo della nuova era Draghi, sarebbe ormai stato redatto, almeno in quella che dovrebbe essere la sua prima bozza. Il nuovo provvedimento entrerà in vigore il prossimo 6 marzo e ci accompagnerà, a meno di cambiamenti in corsa, fino al 6 aprile, coprendo quindi anche le festività pasquali, tra novità (poche) e conferme (tante), aperture (minime) e mantenimento delle chiusure (tante).

Musei, Cinema e Teatri

A partire dal 27 marzo riapriranno al pubblico teatri, sale da concerto, cinema e tutti gli altri spazi, compresi quelli all’aperto con posti a sedere preassegnati e correttamente distanziati fra loro, a patto che si trovino in territori in zona gialla. La sala deve però garantire la distanza interpersonale di almeno un metro fra gli spettatori non conviventi. Deroghe per l’accesso ai musei, finora aperti su prenotazione solo nei giorni feriali. Potranno invece essere aperti, con le stesse modalità, anche nel weekend.

Negozi e Shopping

Negozi aperti in zona gialla e arancione, ad eccezione di quelli all’interno dei centri commerciali durante i weekend. In zona rossa, invece, tutti i negozi restano chiusi tranne farmacie, ferramenta, alimentari, parrucchieri e quelli di prodotti per la cura della persona.

Spostamenti fra Regioni

Resta in vigore il divieto di spostarsi fra Regioni diverse, valido ad oggi fino al 27 marzo, ma il governo sembra intenzionato a prolungare la misura fino al 6 aprile, attraverso un decreto ad hoc. Resterà permesso il rientro al domicilio o lo spostamento per ragioni di salute, di lavoro o di necessità. Resta invariata la possibilità di spostarsi all’interno della propria regione (sempre che questa si trovi in zona gialla) verso un’abitazione privata, una sola volta al giorno fra le 5 e le 22, per due persone più eventuali figli minori di 14 anni o persone non autosufficienti. Resta permesso raggiungere le seconde case, anche se fuori dalla regione di residenza, a patto che a spostarsi siano persone già conviventi. Vietato quindi farlo insieme ad amici o parenti non conviventi.

Sport, piscine e palestre

Nulla cambia per il mondo dello sport: continuano ad essere vietati tutti gli sport di contatto mentre resta permessa l’attività fisica individuale all’aperto (running o bicicletta, per intenderci). Nessun allentamento delle restrizioni all’orizzonte per piscine e palestre: la chiusura resta in vigore. 

Impianti e piste da sci

Niente riapertura per gli impianti sciistici. Almeno fino al prossimo 6 aprile. La bozza del nuovo dpcm, infatti, conferma la chiusura delle piste e, viste le date, si può dire che la stagione sia “finita”. Delusi gli operatori del settore, che speravano di poter magari aprire queste poche settimane per rifarsi, seppure solo in minima parte, di un inverno del tutto azzerato. Le piste da sci possono essere utilizzate solo dagli atleti, anche non professionisti, per la preparazione di competizioni nazionali o internazionali, oppure durante lo svolgimento delle competizioni stesse.

Bar e ristoranti

Nessun cambiamento anche per bar e ristoranti: apertura solo fino alle 18 e solo se in zona gialla, fino alle 22 ma solo in asporto. In zona arancione o rossa, chiusura anche a pranzo, consentiti solo asporto e consegna a domicilio. Uniche eccezioni, autogrill, mense e ristoranti all’interno degli alberghi. Il timore – ha confermato ancora il Cts – non sono tanto i contagi all’interno dei locali durante il pasto ma il rischio di assembramenti fuori dai locali stessi, soprattutto alla sera.

Scuola

Si va avanti in presenza, al 100%, per le scuole dell’infanzia, elementari e medie. Confermata la didattica a distanza “almeno al 50% e fino ad un massimo del 75%” per gli alunni delle scuole superiori. La scuola resta comunque un settore altamente attenzionato da parte del Cts e dal governo. Non si esclude infatti che nelle prossime ore si possa arrivare a misure più restrittive di quelle attualmente in vigore, sulla scia delle decisioni già prese da alcuni governatori come accaduto in Puglia, Campania e Marche. E, infine, sull’utilizzo delle mascherine da parte dei bimbi tra i 6 e 11 anni.

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