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Critiche poco costruttive alle ‘renziane’: risponde la senatrice Teresa Bellanova (Iv)

Pubblicato il 3 Marzo, 2021

“E niente. Una volta le donne in difficoltà finivano nella prostituzione. Oggi fanno scelte anche più umilianti: diventano renziane.” E’ questo il Tweet del professor Massimo Minelli, postato il 28 gennaio alle ore 16 e 10. In questa sede non si commenta, né si prende posizione. Si lascia semplicemente che siano i fatti a parlare. E’ stata pubblicata tre ore fa, su Facebook, la risposta di Teresa Bellanova, senatrice di Italia Viva, dal 5 settembre 2019 al 14 gennaio 2021 ministro delle politiche agricole alimentari e forestali nel governo Conte II. La riportiamo nei dettagli: “Nelle ultime ore tante iscritte e simpatizzanti di Italia Viva mi hanno segnalato questo tweet ‘disgustoso’ di Massimo Minelli, docente italiano all’università di Jena, in Germania (la senatrice cita testualmente). Accusa, insomma, noi donne riformiste di essere prostitute della politica, incapaci di pensiero critico e assoggettate all’uomo di turno. Forse, penserà lui, in risposta al bisogno atavico tutto femminile di sottomettersi per sopravvivere. Perché è evidente che nel discorso pubblico di questo Paese, la parola sottomissione è donna. L’uomo politico può essere accusato di ligia fedeltà al capo, ma non è mai sottomesso, incapace di compiere scelte in autonomia. E frasi così ‘ignobili’, mai Minnelli avrebbe saputo e voluto declinarle al maschile. Al contrario le donne, ogni volta che compiono scelte lontane dal sentire comune, ogni volta che hanno il coraggio di seguire ciò in cui credono, saranno sempre plagiate, devote, servili. Stereotipi da rovesciare, riaffermando ogni giorno con orgoglio la nostra autonomia. Noi non siamo ‘renziane’, donne sottomesse a un capo a prescindere da ogni valutazione e riflessione personale. Non ne abbiamo bisogno. Siamo riformiste, crediamo nelle pari opportunità per tutte e tutti, nei diritti fondamentali, nella libertà e autonomia femminile, nella democrazia. Crediamo in un futuro migliore per il nostro Paese, per i nostri giovani. Soprattutto crediamo nella pari dignità, parola evidentemente sconosciuta a Minelli. Ognuna di noi ha scelto con coraggio e in piena coscienza di far parte di quel progetto straordinario che è Italia Viva, perché crede in quel progetto e nei principi che lo fondano. Ognuna di noi ha deciso di percorrere insieme a tante e tanti altri una strada più difficile, ma carica di soddisfazioni, di obiettivi e valori in cui ci riconosciamo con forza e con orgoglio. A partire da quella relazione di parità e pieno riconoscimento uomo-donna che ancora troppo spesso resta sulla carta e che in Italia Viva è concreta, reale, tangibile. Al signor Minelli – e a tutti coloro che in questi giorni stanno riversando insulti e violenza verbale sui nostri iscritti, in una campagna d’odio che ha pochi precedenti nella storia del nostro Paese – auguro davvero di comprendere, un giorno, la forza e l’autonomia di queste donne che rifiutano la logica della sottomissione e con coraggio scelgono, libere”.

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