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Pubblicato il 4 Marzo, 2021

Circa 5 anni fa la Regione Toscana decise di centralizzare la gestione dei rifiuti urbani adottando non più piccole aree ma aree molto più vaste chiamate ATO (Ambito Territoriale Ottimale).

Così per legge la società l’ASIU di proprietà dei Comuni della Val di Cornia doveva cessare di esistere e la gestione dei rifiuti urbani doveva essere affidata ad una delle ATO.

Le precedenti amministrazioni del Comune di Piombino scelsero ATO SUD e da allora i nostri rifiuti urbani vanno a Grosseto e sono gestiti da SEI Toscana. La discarica, ormai di fatto esaurita, poteva essere allora chiusa e tutti i lavoratori potevano passare a SEI Toscana continuando a fare il medesimo lavoro, rimanendo dipendenti pubblici.

Quello che era normale e che è successo dappertutto a Piombino non è avvenuto. Si è scelto un’altra strada, la maggioranza dei dipendenti ASIU è passata a SEI Toscana ma circa 40 lavoratori sono stati assunti dalla SpA Rimateria.

Le motivazioni che dettero vita a tale scelta sono molte, ma quella determinante era che ASIU aveva un debito mostruoso e la discarica era completamente fuori norma.

Per risolvere tale questione si scelse di privatizzare l’azienda vendendo il 60% delle azioni, la nuova ditta avrebbe gestito non più i rifiuti urbani ma quelli speciali (prodotti dalle industrie, ecc.) e con i nuovi 400.000 metri cubi di aumento di volumi sarebbe stato possibile ripianare il debito; mettere a norma la discarica; chiuderla in sicurezza; ma soprattutto i nuovi spazi sarebbero serviti per accogliere quanto di non riciclabile veniva dalla bonifica del SIN. La riattivazione dell’impianto TAP per trattare i cumuli del SIN era un punto fondamentale del progetto allora presentato alla città.

Niente di tutto questo è avvenuto: non un solo metro cubo di rifiuti andati in discarica deriva dalla bonifica del SIN, i rifiuti sono giunti da fuori, la discarica non è stata ancora messa in sicurezza, cittadini hanno subito disagi e possibili danni alla loro salute, i debiti non sono stati ancora saldati, la TAP non è stata riattivata e tutti gli impianti addetti al riciclaggio sono stati venduti, i lavoratori continuano a non avere la certezza del loro posto di lavoro.

Ma soprattutto oggi come 5 anni fa la ditta è a rischio fallimento! Il Giudice fallimentare il 5 Marzo dovrà stabilire se il piano presentato da Rimateria permetterà il pagamento dei debiti e se con tale piano il fallimento può essere evitato.

Su cosa si basa il nuovo piano? Nessuno lo sa. Ricordiamo che il 30% delle azioni sono di proprietà pubblica ma dei progetti e di tutto quello che avviene in azienda nessuno sa più nulla! Il Presidente nominato dal Comune di Piombino a guidare Rimateria ha eliminato le assemblee mensili attraverso cui i cittadini potevano essere informati. Informazione quanto mai doverosa: infatti, l’azienda è ancora in parte pubblica; pesa la vicinanza della discarica alla città, dato che sorge a fianco del centro abitato di Colmata, su un terreno fragile e da bonificare; continuano i disagi causati da una conduzione scorretta, testimoniata da innumerevoli diffide e persino da un sequestro dei NOE.

Apprendiamo dai giornali che il Sindaco con la Regione hanno fatto una proposta a Rimateria per evitare il suo fallimento. Si dice che sarebbero garantiti alla ditta nuovi spazi di discarica, come 5 anni fa e persino con una quantità simile forse tra 350.000 o 500.000 metri cubi. E’ questa la proposta fatta dalla Regione e dal Sindaco per convincere i privati a rifinanziare Rimateria ed evitare il fallimento? Di tali recenti sviluppi della vicenda ASIU-Rimateria cittadini e lavoratori non sanno nulla, proprio come del cosiddetto “piano industriale” JSW, che il Sindaco commenta ma non pubblica.

Se l’Amministrazione non voleva far fallire l’azienda, doveva avere in mente un progetto! Progetto che doveva presentare alla città ed ai lavoratori di Rimateria. Doveva inoltre spiegare come con tale progetto intendeva tutelare il diritto alla salute dei cittadini, la tutela dell’ambiente e il diritto al lavoro per i dipendenti di Rimateria.

Invece, non ne ha mai parlato ed ora, solo a poche ore da un passaggio decisivo della vicenda (possibile fallimento), comunica di avere una proposta. Ricordiamo per ora Rimateria è ancora in parte pubblica e, prima che il Sindaco impegni la città o firmi qualsiasi tipo di accordo con i privati, chiediamo che i cittadini possano esprimere il loro giudizio, se necessario anche con un referendum, negato in passato: un referendum su un progetto articolato, non già su quesiti demagogici.

Le scelte compiute oggi potrebbe avere gravi conseguenze sia per i lavoratori che per tutta la città. Per questioni ben più difficili i cittadini di Piombino e della Val di Cornia hanno saputo compiere scelte che nel tempo si sono rilevate giuste come quando con un referendum fu deciso di non raddoppiare a carbone la centrale ENEL a gasolio di Tor del Sale, oggi dismessa. In un ultimo comunicato il Sindaco afferma:”Non conosco le intenzioni dei soci privati in merito al futuro di Rimateria e comprendo le preoccupazioni dei comitati e dei cittadini ma, su questo voglio essere chiaro, qualunque decisione saremo chiamati a prendere il nostro primo interlocutore sarà la città.”. Bene, signor Sindaco: speriamo che questa affermazione non sia un gioco di parole e che l’interlocuzione non avvenga a giochi fatti.

Coordinamento Art.1-Camping CIG

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