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Partito democratico e dialogo costruttivo con l'industria: una diretta abruzzese

Euroservizi, Romano (Iv) e Palumbo (Pd): “risposte a pochi ma chiari quesiti”

Pubblicato il 5 Marzo, 2021

Euroservizi. Paolo Romano, capogruppo di Italia viva e Stefano Palumbo, capogruppo del Partito democratico al consiglio comunale, scrivono in una nota: “Licenziare 9 dipendenti che da 43 mensilità non percepiscono lo stipendio e provare a sviare dalle proprie evidentissime responsabilità mettendo i lavoratori gli uni contro gli altri, dopo averli illusi per diversi anni, è quanto di più indegno un amministratore possa fare. Purtroppo è questo il triste spettacolo a cui assistiamo in merito alla vicenda di Euroservizi, società partecipata della Provincia. Ci sarà senz’altro modo di ricostruire nei dettagli la verità sulle modalità con cui è stata gestita questa vicenda e sulla inconsistenza dei percorsi prospettati, quello che vorremmo per il momento sono risposte a pochi ma chiari quesiti. Uno fra tutti riguarda le motivazioni che hanno impedito Angelo Caruso, presidente della Provincia, di fare causa alla Regione Abruzzo sulle inadempienze riguardanti il riordino delle funzioni delle province che hanno prodotto il mancato assorbimento dei dipendenti Euroservizi. Con un contenzioso aperto si sarebbero potute trovare le soluzioni consequenziali. Gli esempi non mancano: seppur lontano dal nostro modo di approcciare alla gestione delle società partecipate, si sarebbe potuto ricalcare le prassi del caso relativo all’Ama, dove in attesa della causa intentata alla Regione Abruzzo, il Comune effettuò un trasferimento straordinario alla Società per evitare la sua liquidazione. Non solo, il problema emerso in sede di confronto sindacale risiede nella norma regionale: le operazioni necessarie per l’acquisizione del ramo della società Euroservizi spa sarebbero dovute procedere ai sensi dell’articolo 2112 del codice civile e non in deroga allo stesso, come invece è stato chiesto ai dipendenti nei vari verbali sottoposti. Infatti è accaduto che la Regione abbia prima dato un indirizzo e poi richiesto ai dipendenti di andare in deroga allo stesso. Delle due l’una, o l’indirizzo della politica vale sempre o non vale mai.
Chiamare in causa i sindacati, come hanno fatto Caruso e Calvisi, offre però la misura della debolezza dell’azione politica, sia essa regionale o provinciale, di portare a termine quanto deciso e promesso. Non si possono scaricare su altri inadempienze proprie, né tantomeno dimenticare l’entusiasmo con cui l’assessore Liris e il vice presidente Santangelo annunciavano più di un anno fa la risoluzione della vicenda.  Parliamo della stessa politica che non spiega come mai da dicembre 2019 si è dovuto attendere giugno 2020 per correggere un errore commesso in sede di Legge di stabilità. Pertanto abbiamo ritenuto necessario procedere con la richiesta di un consiglio provinciale straordinario e urgente per discutere quanto prima la situazione. Sarà nostra cura decidere in quella sede se coinvolgere o meno gli organi di controllo deputati a rilevare errori e responsabilità. I dipendenti, i cittadini e gli stessi sindacati meritano chiarezza“.

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