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Maneskin-Amadeus

Festival di Sanremo 2021: trionfa il rock dei Maneskin

Pubblicato il 7 Marzo, 2021

Sanremo – E’ il rock dei Maneskin con il brano Zitti e buoni a trionfare nella 71/a edizione del Festival di Sanremo. Il gruppo lanciato da X Factor nel 2020 ha battuto in finale la coppia Francesca Michielin e Fedez, secondi con Chiamami per nome, e Ermal Meta, super favorito della vigilia, terzo con Un milione di cose da dirti. 

E’ un verdetto, decisamente storico perché premia un genere che ha frequentato poco l’Ariston, è anche frutto di un cast innovativo selezionato da Amadeus per il suo secondo festival. Un verdetto che ha sopreso, che ha ribaltato le previsioni che davano, alla vigilia, per vincitore Ermal Meta.

Sanremo, gli altri vincitori dal quarto posto

Questa la classifica finale dei Big dal quarto al ventiseiesimo posto: Colapesce Dimartino, Irama, Willie Peyote, Annalisa, Madame, Orietta Berti, Arisa, La Rappresentante di Lista, Extraliscio feat. Davide Toffolo, Lo Stato Sociale, Noemi, Malika Ayane, Fulminacci, Max Gazzè, Fasma, Gaia, Coma_Cose, Ghemon, Francesco Renga, Gio Evan, Bugo, Aiello, Random

Sanremo: gli ascolti del Festival, tra voci e chiacchiere

Contestati e criticati per gli ascolti deludenti, eppure Amadeus e Fiorello piacciono eccome a mamma Rai. Nel 2020, a febbraio, prima dell’emergenza Covid, erano stati considerati gli “artefici del successo” e 12 mesi (e una pandemia) dopo sono diventati, stando a voci e chiacchiere in Riviera, di colpo i responsabili del flop ma, come ha sottolineato lo showman siciliano Fiorello: “Fare 10 milioni di telespettatori è un miracolo”.

E il Festival 2022: anticipazioni

“Il Festival lo rifarò a 70 anni” – ha messo le mani avanti Fiorello, che dopo il Baglioni 1, e l’Amadeus 1 e 2, non pensa minimamente alla quarta edizione. Non per ora, almeno. 

Il monologo di Ibrahimovic a Sanremo

Zlatan Ibrahimovic mette da parte il ruolo di campione burbero e dall’ego smisurato, si presenta dinanzi al microfono.

È al centro della scena, e la occupa con una tale disinvoltura  Chiede ad Amadeus di fargli spazio… È impeccabile, per l’abito che indossa e per la freddezza che mostra. Non tradisce emozione. Ha la voce ferma. E inizia quel monologo che nasconde un bel significato. Un discorso motivazionale e molto emozionante. Il tono è quello del fratello maggiore. Quell’aria da duro, bello e dannato, imperturbabile, da ‘cattivo’ e da macho e al tempo stesso è la corazza dietro la quale ha combattuto per arrivare dov’è

Zlatan Ibrahimovic ha definito la sua squadra: “In attacco Zlatan e Ibrahimovic, a centrocampo Fiorello perché serve il fantasista, in difesa l’orchestra perché ha difeso con i denti la forza della musica, Ama tu come portiere e come stopper Achille Lauro perché così allo stadio hanno paura. Lauro mi è simpatico, volevo fare lo scambio di maglia, ma non si può, perché è sempre nudo”.

Il bomber del Milan, quindi, ha ripercorso la sua carriera stellare, tra successi e sconfitte, e ha spiegato il senso della sua presenza: “Il fallimento non è il contrario del successo, è una parte del successo. Fare niente è il più grande sbaglio che puoi fare. La cosa più importante è fare ogni giorno la differenza, con impegno, dedizione, costanza, concentrazione. Non è il mio festival, né quello di Amadeus, ma è il vostro, dell’Italia intera, la mia seconda casa”.  Una centrifuga di emozioni all’insegna della classe dell’ironia. 

Ornella Vanoni si è presa la scena

Ornella Vanoni si è presa la scena: “Il pubblico non c’è, ma l’emozione è uguale”. E ha punzecchiato Fiorello: “Ma la tua passione è cantare? È un festival di musica, se canti anche tu non va bene, noi chi siamo?”. Poi si è rivolto agli orchestrali: “Sono più importanti loro del pubblico, magari ne capiscono di più. Ma sono stanchi, sfatti”. Ha regalato il medley su Una ragione di più, La musica è finita, Mi sono innamorato di te, Domani è un altro giorno, poi il duetto con Francesco Gabbani su Un sorriso dentro al pianto.

Gli altri Premi

Willie Peyote, con ‘Mai dire mai (La locura) è andato il Premio della Critica Mia Martini – Sezione Campioni, attribuito dalla Sala Stampa. Colapesce Dimartino con Musica leggerissima hanno conquistato il premio Lucio Dalla, assegnato dalla Sala Stampa Radio-Tv-Web, secondo Ermal Meta, terza Annalisa. Madame ha vinto il premio ‘Miglior testo Sergio Bardotti’ per il brano ‘Voce’, Meta il premio ‘Giancarlo Bigazzi per la miglior composizione musicale’.

Giovanna Botteri ha citato L’anno che verrà di Dalla, seguito dal racconto della sua esperienza da corrispondente in Cina, quando un anno fa il Paese scoprì di essere in guerra contro il virus. Achille Lauro per il quadro finale ha scelto la sua C’est la vie, con un omaggio all’orchestra, e stavolta ha invoca la benedizione di Dio “su noi, esseri umani”, quasi ad esorcizzare le voci  e gli insulti dei “nemici” durante l’esibizione: da Maurizio Gasparri a Red Ronnie.

Si è chiusa così un’edizione difficile del Festival, senza il pubblico, a porte chiuse, pur con  due grandissimi e coraggiosi conduttori come Amadeus e Fiorello, che in un momento drammatico non è riuscita a mettersi pienamente in sintonia con il mood del Paese. E come poteva riuscirsi Sanremo? Anche se Sanremo è sempre Sanremo…

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