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[VIDEO] Le mani dei Cappello-Carateddi sulla Fiera di Catania. Sequestrati beni per 500mila euro

[VIDEO] Le mani dei Cappello-Carateddi sulla Fiera di Catania. Sequestrati beni per 500mila euro

Pubblicato il 8 Marzo, 2021

ENNESIMO SEQUESTRO DI BENI, ANCHE AL MERCATO DELLA FIERA.

La complessa attività di analisi sviluppata dagli Uffici proponenti Procura-Questura ha permesso di riscontrare, per la prima volta, le infiltrazioni della criminalità organizzata catanese  all’interno dello storico mercato della cosiddetta “Fera o Luni” di Catania, evidenziando l’interesse dell’organizzazione mafiosa a mantenere il controllo di determinate attività commerciali di vario genere, acquisendo autorizzazioni e concessioni amministrative intestate anche a terzi.  

L’attività d’indagine ha inizialmente riguardato l’attuale e qualificata “pericolosità sociale” di PANTELLARO Giovanni, figura apicale della consorteria mafiosa Cappello – Bonaccorsi, essendo riconosciuto da diversi collaboratori di giustizia quale responsabile del predetto clan, in particolare del gruppo organizzato e diretto da SALVO Salvatore Massimiliano, inteso “Massimo u Carruzzeri” (in atto ristretto al 41 bis O.P.), per aver preso il posto di LOMBARDO Salvatore Giuseppe, detto  “Salvuccio u Ciuraru”, dopo l’arresto di quest’ultimo.

La “pericolosità sociale” del proposto è stata ricavata dai suoi innumerevoli precedenti di polizia, in particolare, minaccia, lesioni personali aggravate, associazione per delinquere finalizzata

al traffico di stupefacenti, associazione per delinquere finalizzata alla truffa e tentativo di truffa ai danni di compagnie assicurative.

Da ultimo, sono stati ricavati elementi utili dalla O.C.C.C. relativa all’operazione antimafia “Camaleonte” del 23.06.2020, che ha comportato l’arresto di PANTELLARO Giovanni, unitamente ad altri numerosi esponenti del clan “Cappello-Bonaccorsi”, per i reati di associazione mafiosa.

Sono stati esaminati, successivamente, gli investimenti effettuati da PANTELLARO Giovanni negli anni in cui si è manifestata la sua pericolosità sociale, dal 2012 al 2019, individuando contestualmente, in un quadro di evidente sperequazione, i beni acquistati e riconducibili al predetto nel periodo temporale individuato, assicurando la necessaria “correlazione” tra acquisizione e pericolosità sociale.

L’analisi dei flussi finanziari entrate-uscite, sviluppata dai “patrimonialisti” della Divisione Anticrimine e della Squadra Mobile ha evidenziato, anno per anno, nel periodo preso in considerazione, una forte sperequazione tra i redditi del proposto e del suo nucleo familiare e i beni, anche fittiziamente intestati a terzi, nella disponibilità di PANTELLARO Giovanni, che sono stati ritenuti frutto e reimpiego dei proventi delle attività illecite commesse dall’interessato in seno al clan mafioso di appartenenza.

Dai continui saldi negativi degli anni analizzati, in assenza di adeguate entrate lecite, il Tribunale – Misure di Prevenzione – recependo la proposta del Procuratore e del Questore ha ritenuto che, nel periodo in esame, Giovanni Pantellaro e il suo nucleo familiare abbiano ricavato vantaggi economici dagli illeciti traffici cui il predetto era dedito e che i beni acquisiti, poiché viziati sin dall’origine, vadano sottratti dal circuito dell’economia legale.

Il valore dei beni sequestrati è stimato in almeno 500 mila euro.

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