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Visita neurologica: quando serve e come si svolge

Le patologie neurologiche sono quelle malattie che colpiscono il sistema nervoso, provocando ripercussioni di carattere psichico, motorio o sensoriale.

Pubblicato il 10 Marzo, 2021

Le patologie neurologiche sono quelle malattie che colpiscono il sistema nervoso, provocando ripercussioni di carattere psichico, motorio o sensoriale. Per questo, rappresentano una sfida, soprattutto per la complessità del percorso terapeutico, malgrado i progressi costanti della scienza medica. In aggiunta, la pandemia di Covid-19 ha reso il trattamento di questo tipo di patologie ancor più complicato, sia dal punto di vista medico-logistico sia economico. Ciò ha anche aumentato l’importanza della diagnostica, fondamentale per individuare preventivamente i disturbi che possono colpire il sistema nervoso; il principale strumento diagnostico in questo ambito è costituito dalla visita neurologica, un consulto specialistico effettuato da un medico neurologo. Di seguito, vediamo cosa c’è da sapere in merito.

Quando sottoporsi ad una visita neurologica?

La necessità di sottoporsi ad una visita neurologica subentra nel momento in cui il paziente mostra sintomi riconducibili a problemi riguardanti il sistema nervoso, sia quello centrale che periferico. In generale, un disturbo neurologico si manifesta sotto forma di deficit (o disturbo) rispetto alla normale attività mentale e motoria dell’individuo; in tal senso, alcuni ‘segnali’ che potrebbero richiedere un consulto neurologico di approfondimento sono: la paralisi di una parte del corpo (completa o parziale), perdita di sensibilità agli arti, emicranie e stanchezza croniche, difficoltà di articolazione verbale, frequenti vuoti di memoria e generiche difficoltà di coordinazione. Secondo la prassi, bisogna rivolgersi prima al proprio medico curante per un consulto generico; se questi, valutati i sintomi lamentati dal paziente, ritiene necessario un esame specialistico, può disporre una visita neurologica. L’impegnativa è obbligatoria se si vuole usufruire del consulto neurologico presso una struttura del Servizio Sanitario Nazionale mentre non è necessaria (ma comunque consigliabile) se ci si rivolge a laboratori privati, come ad esempio Ionoforetica, che consentono di contattare un neurologo a Bologna.

Come si svolge il consulto

Il paziente che deve prepararsi alla visita neurologica, non deve affrontare alcuna preparazione specifica. Ad ogni modo, è consigliabile che porti con sé i referti di esami svolti in precedenza (meglio se recenti), così da consentire al neurologo di delineare il quadro clinico in maniera più precisa.

Come in qualsiasi altro consulto specialistico, la prima fase della visita neurologica è l’anamnesi. Attraverso un breve colloquio, il medico raccoglie una serie di informazioni riguardanti le abitudini e lo stile di vita del paziente (alimentazione, fumo, patologie pregresse, familiarità rispetto a specifici disturbi o malattie), oltre a chiedere conto dei sintomi che egli accusa.

Lo step successivo consiste nell’esecuzione della visita neurologica vera e propria, che include anzitutto l’analisi dello stato mentale del paziente, alla quale segue quella delle funzioni simboliche (linguaggio, movimento, riconoscimento dei suoni, degli oggetti e dei colori). Il consulto include anche l’esame dell’efficienza del sistema motorio (ed in particolare la coordinazione dei movimenti), del sistemo sensitivo e dei nervi cranici (sono dodici; tra questi vi sono il nervo ottico e il nervo uditivo). Il neurologo è chiamato, inoltre, a valutare altri parametri, come ad esempio l’equilibrio e l’orientamento, il riflesso motorio e la reattività oculare ed epidermica.

Lo scopo primario del consulto neurologico è quello di individuare la presenza di patologie che possono inficiare la normale funzionalità del sistema nervoso centrale e del sistema nervoso periferico. Il medico specialista che esegue la visita fa leva sui sintomi per capire quale malattia abbia il paziente e in quale area o zona si stia manifestando. Al contempo, i riscontri emersi dal consulto possono essere impiegati sia per approntare un percorso terapeutico sia per prescrivere ulteriori esami strumentali, utili a diagnosticare con maggiore precisione la patologia del paziente. Non di rado, infatti, una diagnosi completa richiede l’integrazione di diversi consulti specialistici, al fine di circoscrivere con precisione l’origine del disturbo o la zona sulla quale intervenire con le terapie.

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