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Catania, questione meridionale, Musumeci: “progetti fermi da 30 anni”

“Questa iniziativa costruisce un buon motivo di confronto e analisi anche se temo che di questione meridionale si possa anche morire visto che ne parla da 150 anni e dalle nostre parti il tema viene affrontato con uncerto scetticismo. Nel mezzogiorno si corre il rischio di perdere le ultime potenziali risorse per la crescita e l’avanzamento.

Pubblicato il 24 Marzo, 2021

Ha detto il presidente della regione Sicilia Nello Musumeci intervenendo ai lavori della prima giornata di ‘Sud – Progetti per ripartire’.

“Questa iniziativa costruisce un buon motivo di confronto e analisi anche se temo che di questione meridionale si possa anche morire visto che ne parla da 150 anni e dalle nostre parti il tema viene affrontato con uncerto scetticismo. Nel mezzogiorno si corre il rischio di perdere le ultime potenziali risorse per la crescita e l’avanzamento.

Noi qui viviamo affrontando la realtà del pane quotidiano, e non c’entra la pandemia, quella ha solo aggravato una realtà già difficile nel 2019″.

“Guai a dover dire che la colpa è sempre di Roma – ha ribadito Musumeci – la colpa è anche della realtà locali, del clientelismo. Chiedo alla ministra per il Sud e al presidente del consiglio, quale è l’idea del Mezzogiorno che hanno Bruxelles e Roma, quale la proiezione del bacino euro-asiatico, perché solo se chiariamo questi obiettivi potremo capire cosa realizzare nel sud dell’Italia. In Sicilia e nel Mezzogiorno i progetti sono fermi da almeno 30 anni, c’è quindi una contraddizione che si chiama lentezza.

Questa occasione deve anche consentire l’assunzione di responsabilità e serve una sburocratizzazione. Il ponte Morandi diventi un esempio per il Sud. Ci vuole ala sanzione per le amministrazioni pubbliche. A Roma al consiglio superiore dei lavori pubblici un’opera può rimanere ferma anche 3 anni.

Bruxelles e Roma devono capire che il sud non è solo una questione dei meridionali perché i primi errori si fanno a Roma.
Non a caso le risorse del Recovery Fund per la Sicilia sono state decise a Roma”.

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