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Suez: frena l’export Made in Italy in Cina, dal vino all’olio

Pubblicato il 28 Marzo, 2021

Il blocco del canale di Suez frena gli scambio commerciali dell’Italia con l’Asia ed in particolare con  la Cina, dove per l’alimentare si temono difficoltà per tutti i principali prodotti nazionali confezionati trasportati via nave, dal vino all’olio extravergine, ma sono anche bloccati gli arrivi dei fusti di quasi 70 milioni di chili di concentrato di pomodoro cinese che lo scorso anno sono sbarcati in Italia. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sugli effetti dell’incidente sul canale di Suez per l’agroalimentare italiano. Una situazione delicata, che arriva proprio in un momento di ripresa delle spedizioni Made in Italy verso il gigante asiatico, con un aumento del 19,4% dell’export alimentare a gennaio 2021, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Istat. Ma ad essere sconvolto è l’intero mercato mondiale delle materie prime agricole, già in tensione per effetto della pandemia, con i prezzi che hanno raggiunto a livello mondiale il massimo da quasi sette anni, trainati dalle quotazioni in aumento per zucchero, oli vegetali, cereali, latte e carne, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Fao a febbraio 2021. A tirare la volata – sottolinea la Coldiretti – sono i prezzi internazionali del mais, che hanno fatto un balzo in avanti del 45,5% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, mentre i prezzi del frumento sono saliti del 19,8%, ma una tendenza al rialzo si registra anche per l’Indice Fao dei prezzi dello zucchero, degli oli vegetali, dei lattiero caseario e della carne. Con la pandemia – continua la Coldiretti – si è aperto uno scenario di riduzione degli scambi commerciali, accaparramenti, speculazioni e incertezza che l’incidente sul canale di Suez rischia di aggravare. Senza dimenticare – continua Coldiretti – l’impatto sui prezzi del petrolio con l’aumento dei costi energetici per un Paese come l’Italia, dove l’85% dei trasporti commerciali avviene per strada, con un effetto valanga sulla spesa per l’aumento dei costi di trasporto, oltre che di quelli di produzione, trasformazione e conservazione. A subire gli effetti del balzo dei prezzi dei carburanti – conclude la Coldiretti – è l’intero sistema agroalimentare, dove la spesa per la logistica arriva ad incidere fino dal 30 al 35% sul totale dei costi per frutta e verdura, secondo una analisi della Coldiretti su dati Ismea.

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