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uno screenshot della videoconferenza di 97100

Ragusa, dall’iniziativa di 97100 tante proposte per un “no alle mafie”

Pubblicato il 3 Aprile, 2021

Strumenti normativi adeguati, documenti di sensibilizzazione in grado di coinvolgere le associazioni di categoria, percorsi inclusivi per porre al centro dell’attenzione una questione non secondaria e che va risolta coinvolgendo i livelli europeo, nazionale, regionale e provinciale. E’ questo l’esito dell’interessante confronto in videoconferenza promosso ieri pomeriggio dall’associazione Novantasettecento Codice avviamento progetto e avente per tema l’argomento “No alle mafie come brand nel mondo”. I lavori, moderati da Giovanni Bartolotta dell’associazione, sono stati introdotti dal consigliere comunale di Ragusa, Mario D’Asta, che ha illustrato il senso della proposta rilanciata nei giorni scorsi, e che ha avuto anche un’eco nazionale, di vietare la vendita di gadget e simboli che, in qualche modo, si richiamino alla cultura mafiosa. La segretaria generale dell’Ust Cisl Ragusa Siracusa, Vera Carasi, ha proposto la sottoscrizione di un documento comune per “dire no a una pratica che sembra essere diventata un’esaltazione commerciale delle mafie”. Giusy Badalamenti della fondazione Antonino Caponnetto ha spiegato che “in Sicilia sono troppi i negozietti che vendono souvenir di questo tipo. Vietarne la vendita, anche attraverso specifiche ordinanze sindacali che qualche Comune ha già cominciato ad adottare, è un dovere: lo dobbiamo ai morti e anche ai vivi che ogni giorno combattono contro le mafie. Per questo sono necessari anche specifici disegni di legge”. Il responsabile del centro studi della Cna territoriale di Ragusa, Giorgio Stracquadanio, ha convenuto sul fatto che è necessario rialzare il livello dell’attenzione contro la mafia “perché – ha spiegato – quando è silente significa che è più forte di prima”. Massimo Giudice, direttore provinciale Confesercenti Ragusa, ha evidenziato che “la nostra associazione di categoria adotta uno specifico codice etico che contrasta chi inneggia o favorisce rapporti con la mafia. Si tratta di renderlo più estensivo e di sensibilizzare chi vende gadget del genere a non farlo a pena dell’espulsione”. Angelo Raniolo di Confartigianato ha chiarito che “su alcuni temi non superficiali come questo è necessario che si possa sollecitare un intervento complessivo da parte della commissione europea; anche noi siamo pronti a fare la nostra parte per impedire la vendita di gadget che inneggiano alle mafie”. Il segretario generale della Cgil di Ragusa, Giuseppe Scifo, ha rimarcato che “centrale resta il tema culturale e che sono parecchi gli strumenti che si possono utilizzare per stigmatizzare la diffusione di questi simboli. Serve riprendere le ragioni della lotta alle mafie su più fronti”. Luisella Lionti, commissario straordinario della Uil Siracusa-Ragusa-Gela, ha sottolineato che “la Sicilia è e deve essere sempre di più quella dell’antimafia e non della mafia, non possiamo permetterci che la nostra terra sia disprezzata in questo modo”. Vittorio Costantini dell’Usip nazionale ha ricordato che “le associazioni di categoria possono fare parecchio per sollecitare i propri associati a mantenere un determinato atteggiamento etico anche nei confronti di questioni così delicate”. Leonardo Licitra, presidente di Sicindustria Ragusa, ha rimarcato di “avere vissuto il peggiore periodo confindustriale siciliano proprio in relazione a questi argomenti” e che “però si deve portare avanti un percorso il più possibile condiviso”. Nelle conclusioni, D’Asta ha sottolineato che “la politica e le istituzioni devono intervenire con strumenti adeguati. Non c’è dubbio – ha aggiunto – che la battaglia da condurre è regionale ma dobbiamo anche pensare di superare i confini isolani perché la lotta contro le mafie è da condurre su tutto il territorio nazionale ed europeo”. Alla fine, è stato stabilito di elaborare in documento unitario da parte di tutte le organizzazioni regionali presenti ed invitate da Novantasettecento così da redigere proposte di merito per dare concretezza a un percorso già avviato.

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