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Piano Strutturale d’Area: “La montagna ha partorito il topolino”

La montagna ha partorito il topolino

Pubblicato il 11 Aprile, 2021

Dopo quattro anni di attesa, quattro amministrazioni coinvolte
e due Uffici di Piano è arrivato all’attenzione del Consiglio Comunale di Piombino il Piano Strutturale d’Area. Il piano è stato approvato con il voto compatto della maggioranza, l’astensione di PD e Anna per Piombino ed il voto contrario di MoVimento 5 Stelle, Rifondazione Comunista, Ascolta Piombino.
Va immediatamente stigmatizzato il fatto che in un’area omogenea per connotazione geografica, economica, culturale, ma soprattutto per condivisione di risorse naturali ed ambientali, Piombino e
Campiglia abbiano un Piano strutturale diverso da San Vincenzo, Suvereto e Sassetta, quindi obiettivi e strategie diversi. Siamo dunque costretti a rilevare il totale fallimento delle strategie sovracomunali in Val di Cornia, questo avviene semplicemente per frizioni pregresse di natura
politica e per l’incapacità di anteporre l’interesse generale di un’area a quello puntuale del comune di appartenenza.
Di per sé questo sarebbe bastato per bocciare il documento, ma è doveroso rilevare anche che, nonostante la lunghissima gestazione, ci è stato presentato un piano totalmente mancante di visione strategica e dove il proclamato cambio di paradigma rispetto al passato è rimasto solo nelle
dichiarazioni di rito.

Un piano in cui la parola diversificazione è usata senza alcuna parsimonia, ma che di fatto porta come unico nuovo elemento di sviluppo il potenziamento del turismo balneare, quella parte di turismo che è già satura viste le oltre 900.000 presenze turistiche annue che collocano Piombino fra i primi 20 comuni in Italia. Invece, nel piano si continua nella spasmodica ricerca di nuovi posti letto, di cui 80 nel Parco Naturale della Sterpaia, ma soprattutto si consente la conversione in turistico-ricettivo delle aree Fabricciane e Torre Nuova che una volta urbanizzate diventeranno grandi come una frazione e che porteranno le migliaia di fruitori ad ingolfare la spiaggia di Baratti, tutto questo senza contare alcuni aspetti strategici come il consumo di acqua e la produzione di rifiuti che l’aumento del peso antropico inevitabilmente comporta.

Piuttosto che continuare a saturare i nostri litorali, sarebbe stato opportuno pensare a come offrire più sevizi ed aumentare la qualità dell’esperienza di soggiorno nel nostro territorio, ma di tutto questo nel piano non vi è traccia.
Altri temi per noi centrali come l’agricoltura, la cantieristica, il commercio che portano lavoro stabile e non stagionale vengono affrontati invece in maniera sommaria e senza portare indirizzi chiari.
Pure sul piano dello sviluppo industriale ci sarebbe molto da dire. Sul concetto di dover allontanare gli impianti inquinanti dalla città c’è la convergenza di tutte le forze politiche rappresentate in Consiglio, molta meno sulla destinazione delle aree da recuperare che secondo noi dovrebbero essere destinate ad attività produttive ad impatto ambientale nullo, quindi a creare lavoro, mentre secondo il Piano devono essere destinate a filtro verde o al mantenimento di alcuni impianti come
siti di archeologia industriale.

Destinazione per le quali è previsto, al netto del costo di bonifica che
può essere statale, un pesante costo futuro per il Comune in termini di mantenimento e manutenzione e, visto le esigue risorse a disposizione dell’ente, ci aspettiamo molta prudenza nell’avventurarsi in previsioni che rischiano di rappresentare solo un costo per la collettività senza creare mezzo posto di lavoro. In tutto questo va considerato anche il fatto che buona parte delle aree in questione sono di proprietà privata, si fanno dunque i conti senza l’oste.

In buona sostanza si prendono decisioni dove non si può incidere e si evita di farlo dove lo si può fare. Per analizzare tutti gli aspetti del Piano strutturale d’Area ci vorrebbero diverse pagine di analisi, ma per ora basti considerare che è un documento che definirà gli obiettivi e le strategie del nostro territorio per i prossimi 15 anni e con queste premesse c’è poco da stare sereni.

Movimento 5 Stelle Piombino

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