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VENEZIA, CRISI COVID: TAXI FERMI, PERDITE DI FATTURATO DEL 98 % PER GLI ACQUEI E DELL’86 % PER QUELLI SU GOMMA

Pubblicato il 13 Aprile, 2021

13.4.2021 – E’ uno dei settori che più di tutti gli altri ha risentito della crisi economica scoppiata in questo ultimo anno a causa del Covid. Quelli acquei tra marzo 2020 e febbraio 2021 hanno perso il 98 per cento del fatturato (pari a circa 37 milioni di euro). Tuttavia, poiché la crisi è ancora in corso, se includiamo anche marzo 2021, si arriva a una contrazione degli incassi di oltre 40 milioni di euro. Sempre nello stesso periodo di tempo, quelli su gomma hanno visto ridursi gli incassi dell’86 per cento (pari a quasi 6,9 milioni di euro), ma se consideriamo anche gli effetti patiti lo scorso mese di marzo, i mancati ricavi sono pari a oltre 7,6 milioni di euro. 

Stiamo parlando del comparto taxi che nel Comune di Venezia annovera complessivamente 370 titolari di licenza. Tra questi, 250 sono taxi acquei, altri 108 sono taxi su gomma e operano nella terraferma veneziana e altri 12 taxi su gomma stazionano al Lido.

I risultati appena descritti sono emersi da un’indagine campionaria realizzata a livello regionale dall’Ufficio studi della CGIA per conto di Radio Taxi Veneto Società Cooperativa tra il 22 febbraio e il 10 marzo di quest’anno. Nella nostra città hanno risposto al questionario 100 taxisti su gomma e 22 operatori acquei.

Un settore, ricorda la CGIA, che vive quasi esclusivamente di turismo che, a seguito del crollo delle presenze, ha visto dissolversi la tipica domanda che si rivolge ai taxi. Lo studio, infatti, ha messo in evidenza che nel 2020 il traffico aereo di passeggeri negli aeroporti di Venezia-Treviso è diminuito del 78 per cento (-11,5 milioni di passeggeri). Anche le presenze turistiche legate alla croceristica si sono praticamente azzerate: gli ultimi dati disponibili testimoniano un calo a Venezia del 99,6 per cento dei passeggeri: se nel 2019 erano arrivati 1,6 milioni di visitatori, l’anno scorso sono crollati a 5.653.

Senza contare che il ricorso allo smart working e al telelavoro ha praticamente azzerato i meeting aziendali in presenza, i convegni e i congressi, togliendo dal mercato una fetta importante di clientela “business” che tradizionalmente all’interno della nostra città si sposta in taxi.

Si pensi che sui 61,3 milioni di euro di perdita complessiva di fatturato registrato sino a marzo 2021 da tutto il comparto taxi presente nel  Veneto (costituito da 734 licenze), 47,5 milioni (pari al 77,5 per cento del totale) è in capo ai titolari di licenza del Comune di Venezia (contingente composto da 370 licenze).

“Per questo motivo – segnalano i vertici di Radio Taxi Veneto Società Cooperativa – aspettiamo che tutte le istituzioni coinvolte si facciano carico della nostra situazione in modo strutturale e non episodico. Cominciando, in particolar modo,  dall’utilizzo dei fondi già stanziati  dal decreto Sostegni che ha messo a disposizione 400 milioni di euro in favore di regioni e province autonome per il sostegno delle categorie più colpite e per i servizi di trasporto pubblico locale integrativi in convenzione, ad esempio, con studenti e vaccinandi”. 

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