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La breve e pacifica protesta dei ristoratori piombinesi è l’ennesima riprova della loro esasperazione

Protesta dei ristoratori

Pubblicato il 21 Aprile, 2021

La breve e pacifica protesta dei ristoratori piombinesi che ha bloccato la strada di accesso al porto è l’ennesima riprova della loro esasperazione. Una categoria, quella delle partite I.V.A., che sconta da troppo tempo la prolungata disattenzione dei decisori: obblighi di chiusure spesso non logici e nessuna o insufficienti forme di sostegno economico.
Eppure si tratta di un ganglio vitale del Paese, di italiani che non chiedono nient’altro se non di poter lavorare, pronti ad attenersi a ogni direttiva sulla sicurezza ed igiene. Imprenditori che danno lavoro ad altri lavoratori, anch’essi penalizzati da aiuti economici scarsi e diluiti nel tempo. Dietro a queste attività ci sono persone in carne e ossa, famiglie, c’è entusiasmo, c’è genio.
Devono da sempre confrontarsi con una burocrazia farraginosa e intralciante che dovrebbe essere piuttosto al loro fianco, contro un sistema impositivo vessatorio e adesso contro restrizioni imposte da un virus. Non ultimo, debbono spesso sopportare l’irrisione e il dileggio di chi, al riparo di redditi garantiti, li tratta da evasori fiscali o profittatori.

Hanno ragione da vendere e la Lega ribadisce la sua vicinanza a questi lavoratori e cittadini e si impegna per far si che le difficoltà in cui versano possano nel breve periodo essere alleviate con scelte – anche e soprattutto a livello nazionale – che ne possano assicurare la ripresa delle attività pur nel pieno rispetto delle normative vigenti in fatto di Covid, nell’auspicio che l’emergenza possa avere una fine nel più breve tempo possibile.   

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