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Un pasto avanti: per un 25 Aprile resistente e solidale

Un gesto semplice e forte allo stesso tempo: la consegna di un pasto come simbolo di solidarietà e resistenza per celebrare insieme la Festa della Liberazione al tempo del Covid.

Pubblicato il 21 Aprile, 2021

Bologna. Un pasto avanti: per un 25 Aprile resistente e solidale.

Un gesto semplice e forte allo stesso tempo: la consegna di un pasto come simbolo di solidarietà e resistenza per celebrare insieme la Festa della Liberazione al tempo del Covid. 

E con un messaggio chiaro a chi si candida alla guida di Bologna: c’è un parte di città che non sta a guardare e che dà risposte laddove le istituzioni e la politica fanno fatica ad arrivare. Una parte di città che fa “un pasto avanti” verso le amministrative ponendo al centro la lotta alle disuguaglianze. 

È questo il succo dell’iniziativa organizzata per il 25 Aprile dalle realtà promotrici del percorso Manifesto per un governo condiviso della città, la rete che riunisce organizzazioni del mondo culturale, associativo, del privato sociale e del sindacalismo in vista delle elezioni amministrative di Bologna. 

Sono circa 1000 i pasti che verranno consegnati nella giornata del 25 Aprile da parte delle cucine solidali che hanno aderito e organizzato l’iniziativa: Cucine Popolari – Social Food, Làbas, Tpo, Circolo Arci Ippodromo, Circolo Arci Offside Pescarola, Circolo Arci La Fattoria, Circolo Arci San Lazzaro, Circolo Arci Akkatà di San Giovanni in Persiceto.

Intorno ai 250, invece, il numero delle volontarie e dei volontari impegnati nelle cucine e nella distribuzione tra Bologna e Provincia, nelle città di San Lazzaro e San Giovanni in Persiceto. Tantissime le realtà coinvolte per la distribuzione dei pasti ai più bisognosi: dalle parrocchie alle Brigate di mutuo soccorso, dai centri sociali ai circoli arci, dai volontari Auser agli operai e impiegati metalmeccanici della Fiom-Cgil, da Piazza Grande a Làbas e Tpo. 

Oltre alla consegna gratuita dei pasti, saranno attive anche le ordinazioni per i cittadini che vorranno partecipare all’iniziativa acquistando un pasto il cui ricavato andrà a sostenere le attività di solidarietà in Bosnia-Erzegovina portate avanti da Il Portico della Pace per aiutare i migranti della rotta balcanica. 

A Bologna sarà possibile ordinare dal Circolo Arci Ippodromo scrivendo a bologna@arci.it e ritirando il pasto in loco oppure dal Circolo Arci La Fattoria compilando il form disponibile QUI. A San Giovanni in Persiceto, invece, sarà possibile ordinare il pasto al Circolo Arci Akkatà scrivendo tramite whatsapp al numero 335 474093. 

L’iniziativa Un pasto avanti è dunque un chiaro segnale per riportare l’attenzione su una delle più gravi conseguenze generate dall’emergenza Covid: una crisi economica e sociale che solo nella città metropolitana ha visto un aumento esponenziale delle povertà, delle marginalità e in generale di un pericoloso acuirsi delle disuguaglianze. 

L’iniziativa arriva in un momento di forte accelerazione della campagna elettorale, con un passo avanti da parte delle forze politiche che si candidano a guidare Bologna e che dovranno confrontarsi con una parte di città che finora è rimasta inascoltata. Per questo insieme ai pasti verrà distribuito un volantino con le priorità e i temi individuati dal partecipato percorso assembleare di Manifesto per un governo condiviso della città, un modo per confrontarsi ulteriormente sulle proposte per la città del futuro. Accanto al volantino verranno anche distribuite delle poesie selezionate da Cantieri Meticci, per nutrire anche l’anima e per accendere i riflettori sul mondo della cultura che vive una crisi senza precedenti. 

I promotori dell’iniziativa: Arci Bologna, Cucine Popolari- Social Food, TPO, Fiom-Cgil Bologna, Auser Bologna, Associazione YaBasta! Bologna, Piazza Grande, Làbas, Circola Arci Ippodromo, Cantieri Meticci, Portico della Pace, Offside Pescarola, Circolo Arci La fattoria, Circolo Arci Akkatà, Circolo Arci Brecht

“D’altro canto l’elemento più evidente che notiamo nel dibattito cittadino è una sostanziale mancanza di ascolto dei temi sollevati dal mondo della cosiddetta società civile. Il civismo, più volte evocato da diversi protagonisti della campagna elettorale, è apparso sinora come un malcelato tentativo di mostrarsi neutrali e lontani dai partiti e dalle forze economiche e sociali della città.  – fanno sapere i promotori dell’iniziativa –

Eppure, proprio nella giornata della Liberazione, crediamo sia quanto mai importante prendere una parte, essere partigiani, come lo furono quelle donne e quegli uomini che lottarono contro il nazi-fascismo e che diedero la vita per costruire una società che mettesse al centro la libertà e l’uguaglianza. 

Oggi essere partigiani non è qualcosa di così diverso. Oggi essere partigiani significa ancora lottare insieme contro le disuguaglianze e contro ogni forma di discriminazione. Oggi essere partigiani significa scegliere di stare dalla parte di chi è precario e sfruttato, dalla parte dei migranti e di tutti i discriminati, da parte di quei lavoratori e di quelle famiglie che da più di un anno vivono con una cassa integrazione da 400 euro.  – continua –

Oggi essere partigiani significa costruire una città che metta al centro le persone prima dei profitti, che combatta l’evasione fiscale e che faccia pagare il welfare a chi può permetterselo.

Oggi essere partigiani significa mettere al centro la cultura e le relazioni, la sostenibilità ambientale e un lavoro di qualità, la sanità e l’istruzione. 

Per farlo invitiamo tutte e tutti a partecipare al percorso di scrittura collettiva del Manifesto per un governo condiviso della città. 

Buon 25 Aprile a tutte e tutti!”.

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